Tra le questioni ataviche, che attanagliano gli Enti locali dell’Isola, vi è quella delle scarse professionalità degli organici dei Comuni. Come abbiamo scritto nell’inchiesta dello scorso 11 dicembre, le responsabilità di questa carenza hanno un nome e un cognome: la politica clientelare che negli scorsi decenni ha riempito gli uffici pubblici di dipendenti senza specifiche competenze, lasciando gli uffici sguarniti di figure essenziali per il buon funzionamento della macchina burocratica.
Adesso, di fronte all’enorme sfida che l’Italia sta affrontando – vale a dire spendere le risorse del Recovery fund e spenderle velocemente e bene – tale carenza rischia di far perdere alla Penisola un’occasione d’oro. Per capire meglio i contorni di tale questione, abbiamo interpellato ancora il segretario generale di Anci Sicilia, Mario Emanuele Alvano.
“Ribadisco quanto abbiamo detto nel passato: le difficoltà c’erano e permangono. Qualche intervento di individuazione di figure di supporto di assistenza tecnica che daranno una mano lo abbiamo visto, ma il tema di fondo non si è toccato”.
“È consentire anche finanziariamente ai Comuni di poter assumere. Ora si è intervenuti dando le possibilità a chi ha le capacità finanziarie: è un segnale utile senz’altro, ma non risolutivo rispetto alla debolezza che ci trasciniamo da almeno dieci anni. Le persone che sono andate in pensione negli ultimi dieci anni non sono state rimpiazzate. Il tema è che questo gap non si può colmare allo stato attuale. Il problema persiste e peraltro è strettamente legato a quello finanziario perché l’impianto complessivo lega sempre le capacità finanziaria al personale da un lato. Con i bilanci non approvati in molti casi poi non è facile attivarsi per i bandi, non è facile partecipare, forse non ci sono neanche le condizioni”.
“Attualmente rischia sicuramente di essere un’occasione mancata. Ovviamente non ci si scoraggia: stiamo lavorando per trovare le modalità per supportare gli Enti. Sono gocce rispetto al mare ma non per questo dobbiamo essere scoraggiati. L’idea è quella di insistere e far capire che c’è necessità di un’azione più forte”.
Paola Giordano