Pezzi di Pizzo

Il teatro dell’assurdo. Le Primarie siciliane

Se Eugene Jonesco fosse vivo applaudirebbe a scena aperta per lo spettacolo da vero teatro dell’assurdo che sono le Primarie siciliane. Mentre il Paese va in tilt, con la miccia accesa dai pentastellati, in Sicilia tutt’apposto, si finge che non sia successo nulla, che il favoloso campo largo giallorosso sia il naturale orizzonte strategico della politica.

Il campo si stava rompendo da mesi, nonostante smentite a fasi alterne dell’imperturbabile Enrico Letta. I’Avvocato del popolo, Il campione del progressismo sostenibile, la punta più avanzata della sinistra thailandese in salsa Bettini, il Maradona dell’alleanza tra PD e 5stelle, da mesi scalpitava con comunicati adenoidali scritti probabilmente dal nuovo Suslov della rivoluzione, il grande fratellino Casalino.

In quei comunicati trasudava la triste comprensione del fatto che l’alleanza serviva solo a mantenere in vita il PD, consumando, mezzo punto al mese i pentastellati, che come in una trasfusione versavano gran parte del loro plasma alla casa madre, lasciando un po’ di fluido più scuro alla Meloni.

Qui in Sicilia invece i dioscuri locali, incapaci di trovare autonomamente una sintesi politica, mandano la palla in tribuna, dicendo di fatto a quattro gatti siciliani, non più di tanti sono gli iscritti alle, per di più tardive, primarie, la scelta di un candidato che a conti fatti non avrà più una coalizione alla fine. In un controtempo che sa di ridicolo, come se uno andasse al cinema a vedere un film giallo quando questo è già uscito su Netflix qualche settimana prima.

Noi siamo la terra di Quasimodo e soprattutto Pirandello, ma qui si tende di molto la corda pazza a cui siamo abituati. Di fatto queste primarie sono inutili ma nessuno tra i dirigenti del Centrosinistra ha il coraggio di fermarle. Aspettano che il carro vada a prendersi un muro di faccia per poi dire “io lo avevo detto”.

Tanto i maggiorenti non rischiano nulla, la scelta delle primarie l’hanno addossata a Roma, come la scelta di Miceli a Palermo, e loro non si giocheranno l’osso del collo. Quello verrà tutelato per la sfida reale, quella delle elezioni a suon di preferenze personali.

Così è se vi pare.