Sono pronti a scendere nuovamente per le vie di Villa San Giovanni e per le zone oggetto di esproprio in Calabria i Comitati no ponte sullo Stretto. Il corteo partirà sabato mattina dalla stazione di Villa San Giovanni, il raduno per chi proviene dalla Sicilia avverrà invece alle 9 alla stazione marittima di Messina.
“Siamo tutti espropriandi” il leitmotiv che farà da sottofondo al corteo, che si preannuncia essere particolarmente numeroso. Come confermato da parte di Daniele Ialacqua, portavoce del Comitato No Ponte Capo Peloro, è “il momento di scendere in piazza per gridare il nostro no al ponte, per difendere il nostro territorio, per difendere la nostra vita. È ora”. Un chiaro segnale di come gli espropriandi e la cittadinanza temano l’attività in corso da parte della Stretto di Messina.
Attività che nel frattempo procedono in parallelo, appunto, per quanto concerne la realizzazione del collegamento stabile tra Sicilia e Calabria. Proprio stamane sono stati presenti in Commissione ponte, nell’Aula consiliare del Comune di Messina, gli esperti della società presieduta da Pietro Ciucci per analizzare alcune delle criticità sottolineate nel corso degli ultimi mesi da Commissione scientifica, prima, e Commissione Via – Vas, poi. Tra queste, in particolare, la resistenza della mega opera al verificarsi di gravi eventi sismici.
A parlare, insieme all’ing. Achille Devitofranceschi, responsabile ingegneria del progetto ponte, anche l’ing. Massimo Tarquini Guetti. Quest’ultimo ha partecipato, come strutturista, alla progettazione preliminare del ponte sospeso. Collegato a distanza anche Ezio Faccioli, ordinario di ingegneria sismica al Politecnico di Milano, uno dei massimi esperti di costruzioni in zone a forte rischio sismico, coordinatore del gruppo di ingegneria sismologica e dinamica del suolo allo Studio geotecnico italiano di Milano.
I tecnici hanno ribadito come il ponte sia “progettato per resistere senza danni a un terremoto di 7.1 della Scala Richter, evento sismico pari all’intensità di quello che rase al suolo Messina e Reggio Calabria nel terremoto del 1908”. Secondo gli esperti, “le dimensioni della faglia non possono generare un sisma di maggiore magnitudo. Peraltro, il ponte è progettato per rimanere in campo elastico anche nella ipotesi di un terremoto di maggiore magnitudo, evento questo comunque non suffragato da evidenze scientifiche”.
Proprio durante la Commissione ponte, è intervenuto sul tema anche Nino Germanà, senatore della Lega e tra i principali sostenitori della grande opera. Per l’esponente messinese sarebbe opportuno ripensare lo Stretto di Messina come punto focale di un sistema logistico integrato che possa vedere non solo “la realizzazione del Ponte sullo Stretto” e “l’avvio di decine di cantieri in Sicilia e in Calabria”, ma anche “il rilancio del “Tito Minniti””.
La compagnia irlandese Ryan Air ha fortemente creduto nello scalo più a Sud della penisola: dallo scorso aprile sono molteplici le nuove rotte disponibili per l’Aeroporto dello Stretto. Ottanta sono i minuti attualmente necessari per raggiungere lo scalo da Messina, stesso tempo necessario per arrivare a Catania Fontanarossa, da sempre aeroporto di riferimento per la città dello Stretto.
Per invertire parzialmente questo trend, il consigliere comunale del Partito Democratico di Messina, Alessandro Russo, negli scorsi giorni ha proposto di “ristabilire il collegamento diretto tra il “Tito Minniti” e la stazione marittima di Messina, così da diminuire i tempi di spostamento con la riapertura del pontile, ormai in disuso da anni”.
Nelle intenzioni di Germanà c’è la volontà di ripensare all’intera area dello Stretto, coinvolgendo non solo il ponte ma anche l’aeroporto: “Ho sempre detto che il Ponte è un acceleratore di sviluppo, un attrattore di investimenti. Una nuova visione dell’aeroporto calabrese, al centro di un sistema intermodale di collegamenti, garantirà il diritto alla mobilità di migliaia di siciliani, renderà sempre più concreta la nascita dell’Area metropolitana dello Stretto, ma soprattutto innescherà meccanismi di crescita oggi inimmaginabili”.