Politica

Ponte sullo Stretto, De Micheli, “Tra qualche mese si decide”

Ancora di scena il Ponte sullo Stretto. La ministra delle infrastrutture e trasporti Paola De Micheli, in question time al Senato, ha dichiarato che sul Ponte è in corso un “approfondimento” che “richiede un’attenta valutazione delle problematiche tecnico – costruttive, delle ricadute occupazionali, ambientali e trasportistiche e, più in generale, degli esiti di una puntuale analisi costi/benefici. A questo seguirà una compiuta verifica e valutazione dell’opera da parte di tutte le forze politiche e dei territori interessati”.
Al termine di questa analisi, che potrebbe durare qualche mese, potrà essere assunta la decisione relativa all’eventuale realizzazione dell’opera e conseguentemente al finanziamento complessivo”.
Il presidente dei senatori di Italia Viva, Davide Faraone, parla di concretezza: “Di analisi costi benefici ne sono state fatte a centinaia – ha detto Faraone – adesso è il momento delle scelte e sul Ponte sullo Stretto, che voglio chiamare Ponte del Mediterraneo perché davvero può renderci protagonisti in quell’area, bisogna decidere. La nostra richiesta al governo è che il cantiere venga aperto entro questa legislatura. Se ponessimo all’esame del voto di quest’aula la costruzione del Ponte sono certo che passerebbe con una larga condivisione. Ed è questo il momento di partire perché adesso disponiamo di una quantità ingente di risorse che provengono dall’Europa: che sono tante sì, ma non anche “una tantum”.
La risposta non può essere ancora quella della necessità di ulteriori analisi costi-benefici o di verificare le ricadute occupazionali e sociali: siamo pieni di studi che nella stragrande maggioranza concordano nell’affermare che il Ponte sia un’opera strategica per collegare l’Europa con il Mediterraneo, così come lo è la realizzazione , di pari passo, di infrastrutture digitali, indispensabili per ogni ambito della nostre vita, dal lavoro alla scuola, ed ancora insufficienti o inesistenti in ampie aree del Paese, sopratutto al Sud. Dobbiamo gettarci alle spalle l’idea che in Italia non si possano fare grandi opere senza incorrere in dinamiche corruttive: penso che Expo o il Ponte di Genova abbiano dimostrato che un efficiente controllo delle istituzioni può fare la differenza e che il nostro Paese è in grado di realizzare grandi sfide”.
Di mancanza di strategie per il Mezzogiorno parla Stefania Prestigiacomo. “Nel dl Rilancio ci aspettavamo un capitolo interamente dedicato al Mezzogiorno. Non c’è. Così come manca finanche un articolo dedicato al Sud. Questo conferma quanto sosteniamo da tempo, ovvero che il ministro Provenzano continua isolatamente a portare avanti una progettualità sul Mezzogiorno, che poi non trova riscontro negli atti del governo”. “L’unico modo per rilanciare il Mezzogiorno – ha sottolineato Prestigiacomo – è un vero choc fiscale, inteso nel senso di una detassazione totale per un ciclo economico di almeno 6-7 anni. E non soltanto per le nuove imprese che investiranno al Sud ma anche per quelle attuali, altrimenti rischiamo la desertificazione”.
Raffaella Pessina