Una cifra compresa tra 4 e 5 miliardi di euro per la realizzazione del ponte. Il resto andrà in opere compensative per i territori siciliani e calabresi e per la realizzazione di una rete infrastrutturale all’altezza di quella che potrebbe essere l’opera ingegneristica più importante della storia d’Italia.
C’è questo e molto altro all’interno della relazione che la società Stretto di Messina consegnerà prossimamente al Cipess, l’organismo interministeriale presieduto da Giorgia Meloni che sarà chiamato a esprimersi entro fine anno a proposito del progetto definitivo per il ponte approvato meno di una settimana fa dalla Commissione Via – Vas con 62 importanti prescrizioni.
Parte di quelle prescrizioni dovranno necessariamente essere risolte prima della stesura del progetto esecutivo, per il quale la Stretto di Messina avrà a disposizione da contratto dieci mesi di tempo, in seguito all’eventuale approvazione del piano strategico economico da parte dello stesso Cipess. Un’approvazione che, sul piano politico, appare quasi come una formalità a fronte di proteste che però a Messina continuano a non placarsi tra i possibili espropriandi.
Per l’approvazione sarà necessaria la presentazione del documento relativo al piano economico finanziario che spieghi in che misura saranno utilizzate le risorse messe a disposizione per la mega opera: oltre al ponte, infatti, è prevista un’imponente rete di infrastrutture che includerà anche numerose opere di collegamento sui due versanti dello Stretto, oltre a interventi urbanistici e di mitigazione ambientale. Un piano che potrebbe rappresentare una svolta epocale per la Sicilia, ma che solleva dubbi sul rapporto costi-benefici anche all’interno della maggioranza di governo.
L’investimento totale del progetto si articola in più componenti. Il costo del ponte in sé rappresenta “soltanto” il 40% della cifra complessiva. Nelle opere complementari e compensative che si concentra gran parte del budget. Le infrastrutture di collegamento, indispensabili per garantire l’accesso al ponte, prevedono una spesa di circa 5,3 miliardi di euro.
Stanziati anche 1,2 miliardi per opere non direttamente funzionali al ponte, ma pensate per integrare e valorizzare i territori coinvolti. Tra queste figurano la realizzazione di nuove stazioni della metropolitana a Messina, interventi di rigenerazione urbana e un centro direzionale sulla sponda calabra. Anche gli enti locali, come il Comune di Messina, stanno proponendo ulteriori iniziative come i 24 progetti che potrebbero essere realizzati prima del ponte. A quelli già esposti nel documento firmato da palazzo Zanca si sono aggiunte anche infrastrutture viarie come lo svincolo di Giampilieri e progetti culturali e turistici, come il Grande Acquario dello Stretto.
Come confermato dalla Stretto di Messina ai microfoni del QdS, la società “sta predisponendo il piano economico-finanziario dal quale, in linea con il Decreto-legge 35/2023, risulterà l’intera copertura del fabbisogno finanziario dell’Opera attraverso i fondi già stanziati dalla legge di Bilancio 2024, unitamente alle risorse derivanti dall’aumento di capitale della Società già realizzato e dalla redditività complessiva attesa dal progetto” del ponte. Appuntamento previsto entro il mese di novembre, data di consegna ancora non definita.
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