Sono giorni in cui si procede spediti per rispettare i tempi nell’ottica della presentazione di tutti gli incartamenti necessari per il via libera da parte del Cipess al progetto definitivo del ponte sullo Stretto di Messina. Giornate convulse con vista 19 dicembre, prima data utile entro la quale proprio l’organismo interministeriale presieduto da Giorgia Meloni si riunirà per affrontare la questione dell’opera.
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Approvazione che, dopo l’ok della Commissione Via – Vas, dovrebbe essere resa ufficiale dal Cipess entro il prossimo 31 dicembre. Qualche giorno ancora e saranno sciolti anche i nodi relativi alla presentazione dell’analisi economico finanziaria dell’opera da parte della Stretto di Messina, analisi al momento non ancora giunta sui tavoli ministeriali.
E tra l’ennesima presa di posizione dei comitati no ponte, che hanno indetto una nuova manifestazione a Messina per sabato mattina, e quelle dei territori che chiedono certezza delle opere compensative a monte della realizzazione del ponte, non si è fatta attendere la polemica politica.
Una polemica culminata con un esposto all’Agcm, l’autorità garante della concorrenza sul mercato, presentata anche dal Partito Democratico di Villa San Giovanni. Vicenda che riguarda da vicino il Pd e cominciata alcuni giorni fa in Parlamento.
I deputati del Partito Democratico, tra cui il Capogruppo in Commissione Trasporti, Anthony Barbagallo, avevano chiesto un intervento dei ministri Giorgetti (Economia) e Salvini (Trasporti) per fare chiarezza sul “caso Anas” e denunciato una presunta carenza di trasparenza e un mancato rispetto delle norme relative all’anti-corruzione. Ma andiamo per ordine.
La Corte dei conti ha evidenziato perdite nel bilancio 2023 approvato lo scorso aprile, attribuendole in parte alla svalutazione delle quote detenute da Anas nella “Stretto di Messina”. La Corte fa riferimento a una “non corretta valorizzazione” della partecipazione di Anas in Stretto di Messina, questo in seguito alla riorganizzazione societaria voluta dal Governo, con il Ministero dell’Economia e delle Finanze che è diventato il socio maggioritario della società. Su una perdita totale di 162,7 milioni di euro, circa 69 fanno riferimento alla questione ponte.
Per tramite anche di Barbagallo, il Pd ha presentato dunque un atto ispettivo urgente per “chiedere ragione delle violazioni di legge che sono state segnalate dalla Corte dei conti nella sua relazione e cosa intenda fare il governo rispetto a queste segnalazioni che sono arrivate anche al Parlamento”, dice Barbagallo chiedendo “di sapere quale sia l’impatto della svalutazione della partecipazione detenuta in Sdm, pari a circa 69,3 milioni di euro da Anas, sui futuri conti di Anas e se tale svalutazione possa incidere negativamente sulla realizzazione o sul rallentamento dei cantieri in corso di esecuzione”.
A rispondere in prima istanza era stato Pietro Ciucci, amministratore delegato della Stretto di Messina. “’A differenza di quanto riportato da due membri della Camera dei deputati la società si conforma alle normative in materia di trasparenza (decreto legislativo 33/2013) e di prevenzione della corruzione (legge 190/2012), ponendo in essere gli adempimenti previsti dalle suddette disposizioni, nonché dai provvedimenti emanati dall’autorità nazionale anticorruzione. In particolare – ha spiegato Ciucci – Stretto di Messina pubblica nell’apposita sezione “società trasparente” del proprio sito istituzionale informazioni, dati e documenti previsti in assolvimento degli obblighi su trasparenza e anticorruzione”.
Ma non è finita qui. Così nella giornata di lunedì Domenico Marino, docente dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria, Aura Notarianni, stimata avvocatessa messinese, ed Enzo Musolino, segretario del PD di Villa San Giovanni hanno inoltrato un esposto all’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato per la presunta violazione di alcune norme.
L’esposto, firmato anche dalla Notarianni, difendente tra gli altri dei 104 cittadini ricorrenti al Tribunale delle Imprese per bloccare l’opera del ponte e la cui sentenza è attesa nei prossimi giorni, ha ad oggetto presunte violazioni delle norme che regolano la Concorrenza e il mercato da parte di Stretto di Messina Spa, Webuild Spa e Eurolink Spa, in ordine alla questione Ponte sullo Stretto di Messina.
I ricorrenti hanno chiesto all’Autorità Garante di avviare un’istruttoria sul presunto abuso di posizione dominante e di intraprendere le azioni necessarie, anche cautelari, per tutelare la libera concorrenza e il mercato. Punti sui quali la Stretto di Messina, con una nota diffusa nel tardo pomeriggio di martedì, ha ritenuto precisare quanto segue.
La crescita del valore dell’investimento da 8,5 mld del 2011 a 13,5 (come previsto nel DEF 2023), non si riferisce a maggiori opere ma al forte aumento dei prezzi registrato negli ultimi anni, fenomeno che ha coinvolto e coinvolge tutti i progetti infrastrutturali. Inoltre va sottolineato che il valore di 13,5 miliardi non riguarda solo il contratto con il Contraente generale e gli altri affidatari, ma il costo complessivo del progetto.
La Direttiva 2014/24/UE sarà pertanto rispettata come peraltro espressamente richiamato nel Decreto-legge 31 marzo 2023, n. 35, recante: “Agli atti di cui ai commi 3 e 4 si applicano le disposizioni di cui all’articolo 72 della Direttiva 2014/24/UE del Parlamento europeo e del Consiglio e le relative norme interne di attuazione e i medesimi sono adottati in coerenza con le disposizioni normative dell’Unione europea in materia di contratti pubblici”.
Il Comitato Scientifico, organo autonomo e indipendente istituito per legge, ad esito della sua attività collegiale, di studio e analisi per ciascuna disciplina riguardante l’aggiornamento del progetto del ponte sullo Stretto di Messina, ha rilasciato all’unanimità parere favorevole.
Le osservazioni (68), che in parte riprendono quelle del precedente Comitato Scientifico, non sono da intendersi in distonia con l’espressione di un parere positivo, ma riguardano aspetti da approfondire in sede di progettazione esecutiva, legati all’evoluzione delle conoscenze tecniche e dei materiali e all’evoluzione normativa in tutti gli ambiti di interesse.
Il parere favorevole rilasciato dalla Commissione Tecnica di Valutazione dell’Impatto Ambientale del Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica (MASE), sul progetto definitivo del ponte sullo Stretto è un importante passo avanti per il progetto e la realizzazione dell’Opera.
Le 62 prescrizioni rilasciate contestualmente, da ottemperare in sede di progettazione esecutiva (due addirittura dopo l’entrata in esercizio del ponte), non rappresentano lacune progettuali ma richieste di approfondimenti già, in larga misura, programmati da Stretto di Messina che, comunque, non riguardano la fattibilità dell’Opera.
La Progettazione esecutiva, che potrà essere sviluppata per fasi costruttive, non determina alcuna violazione del bando per la selezione del Contraente generale, anzi è in linea con le best practice internazionali e ha l’obiettivo di ottimizzare la costruzione dell’opera, contenendo tempi e costi.
Nella Finanziaria 2024 era previsto un finanziamento pari 11,63 miliardi, che sommati ai 370 milioni di risorse proprie della Stretto di Messina, offrivano una copertura complessiva di 12 miliardi.
La Finanziaria 2025, in discussione, dovrebbe prevedere ulteriori 1,5 miliardi di euro, per garantire la copertura totale dei 13,5 miliardi di euro, che come detto non rappresentano un aumento dei costi, ma la conferma delle previsioni del DEF 2023. Per quanto concerne la trasparenza si ricorda che la recente disposizione normativa (art. 2 DL 89/2024 convertito con Legge 120/2024), il cosiddetto Decreto Infrastrutture, ha introdotto nuovi passaggi procedurali volti ad assicurare il controllo da parte dello Stato, nel rispetto della massima trasparenza. In particolare, l’importo aggiornato del contratto con il Contraente generale è sottoposto, prima della stipula del relativo atto aggiuntivo, all’asseverazione di uno o più soggetti di adeguata esperienza e qualificazione professionale nominati dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti.
Si ricorda che la Stretto di Messina è una società ‘in house’ del Ministero dell’economia e delle finanze pertanto soggetta al cosiddetto ‘controllo analogo’ ovvero lo stesso controllo il ministero esercita sui suoi Dipartimenti. La società si conforma alle normative in materia di trasparenza (decreto legislativo 33/2013) e di prevenzione della corruzione (legge 190/2012), ponendo in essere gli adempimenti previsti dalle suddette disposizioni nonché dai provvedimenti emanati dall’Autorità Nazionale Anticorruzione. In particolare, Stretto di Messina pubblica nell’apposita sezione “Società Trasparente” del proprio sito istituzionale informazioni, dati e documenti previsti in assolvimento degli obblighi su trasparenza, anticorruzione e affidamenti.