Inchiesta

Ponte sullo Stretto, corsa per aprire i cantieri entro l’anno. Mit-Mase e Cipess ultimi esami prima del via

Il “dossier Ponte” è stato al primo punto della riunione che lo scorso 19 agosto il vicepremier Matteo Salvini, al rientro dalle vacanze, ha presieduto al ministero dei Trasporti. Si tratta di una doppia partita che si giocherà entro la metà di settembre. La prima al Mit, e l’altra al Mase, il ministero dell’Ambiente retto da Gilberto Pichetto Fratin nelle cui stanze si riunirà la nuova Commissione Via-Vas, presieduta dall’avvocata e magistrata del Tar Germana Panzironi, che dovrà esprimere il parere sulle risposte della società “Stretto di Messina” e del Consorzio Eurolink alle richieste d’integrazione, nell’ambito della procedura di Valutazione d’impatto ambientale del Ponte e delle opere connesse.

Ponte sullo Stretto, i primi cantieri “entro la fine del 2024”

Al ministero dei Trasporti, subito dopo, si concluderà l’iter della Conferenza dei servizi e, con il via libera dal Mase, tutti gli atti saranno trasmessi al Cipess, chiamato ad approvare il progetto definitivo e dare il via libera alla fase realizzativa. L’obiettivo che Salvini ha ribadito nel corso di una diretta social, è quello di arrivare all’approvazione del progetto definitivo e all’apertura dei primi cantieri “entro la fine del 2024”. La tempistica, da settembre in poi, sarà molto stretta e l’esito della doppia partita in corso è previsto tra ottobre e novembre.

Dopo l’approvazione del decreto Infrastrutture, avvenuta lo scorso 30 luglio, cambiano le modalità per l’approvazione del progetto esecutivo del ponte perché sarà possibile approvare il progetto esecutivo non nella sua interezza ma “per fasi costruttive”, a tranche, superando, quindi, quanto previsto dal decreto “Ponte” dello scorso mese di marzo che prevedeva come data ultima dell’approvazione del progetto esecutivo il 31 luglio 2024. Ma, proprio su queste norme di semplificazione, l’Anac ha lanciato un allarme perché proprio la cancellazione della scadenza potrebbe allungare ulteriormente i tempi e aumentare il rischio di opacità nelle procedure di progetto e costruzione.

Senza entrare nel merito del costo complessivo dell’opera, il presidente Anac ha inoltre evidenziato la necessità della massima trasparenza in ordine ai costi di realizzazione dell’intervento anche perché le attuali stime indicano un costo di circa 13 miliardi di euro. La risposta dell’amministratore delegato della società Stretto di Messina non ha tardato ad arrivare “Il progetto c’è ed è fattibile” ha dichiarato Ciucci e non c’è “nessun rischio di opera incompiuta, dunque, ma, al contrario resta confermato l’obiettivo dell’apertura al traffico del ponte nel 2032”.

A proposito, invece, della possibilità dell’approvazione del progetto per fasi esecutive, l’amministratore delegato della “Stretto di Messina” ha spiegato che “tenuto conto che il Ponte è un insieme di infrastrutture diverse (le opere anticipate, le opere di accompagnamento ambientale, 40 km di raccordi stradali e ferroviari, funzionali e utili fin da subito alla popolazione), si potrà procedere con la progettazione esecutiva per fasi, in relazione a ciascuna tipologia di infrastruttura, per ottimizzare la costruzione e contenere tempi e costi” ma che “il Ponte, le torri e i blocchi di ancoraggio saranno ovviamente un unico progetto esecutivo”.

Ancora in sospeso le 239 richieste di integrazioni avanzate dal Mase

Rimangono ancora in sospeso le 239 richieste di integrazioni avanzate dal Mase alle quali la “Stretto di Messina Spa” risponderà entro il 12 settembre, dopo aver chiesto una proroga di 120 giorni in più per la presentazione della documentazione integrativa richiesta nell’ambito della procedura in corso di valutazione di impatto ambientale “Le risposte alle osservazioni del Mase, che non comportano modifiche al progetto e non riguardano la fattibilità tecnica, sono in corso di predisposizione e saranno trasmesse entro la scadenza del 12 settembre” ha dichiarato Ciucci. Secondo il nuovo cronoprogramma, quindi, l’obiettivo è ottenere entro il 31 dicembre 2024 l’approvazione da parte del Cipess del progetto definitivo aggiornato e il piano economico finanziario, in modo da poter partire con la fase realizzativa dell’opera, per aprire effettivamente al traffico il ponte che collega la Sicilia e la Calabria entro il 2032.

Nel frattempo la Commissione Europea attraverso la voce della Commissaria europea ai Trasporti Adina Valean, ha delineato i limiti di investimento per questa infrastruttura e ha chiarito che solo il transito ferroviario del Ponte sullo Stretto di Messina sarebbe ammissibile per il cofinanziamento da parte dell’Unione Europea come progetto strategico, secondo il regolamento Ten-t. “Nell’ambito del meccanismo per collegare l’Europa ha dichiarato Valean – la Commissione può cofinanziare studi per la costruzione di progetti Ten-t con il 50% dei costi totali ammissibili, ma solo la parte ferroviaria del ponte di Messina è ammissibile al cofinanziamento dell’Ue”, perché, secondo il Fondo europeo di sviluppo regionale (Fesr), i requisiti normativi limitano i fondi per grandi infrastrutture di mobilità, favorendo invece investimenti in infrastrutture ferroviarie sostenibili.

La Commissione ha inoltre sottolineato che non esiste ancora una decisione definitiva sul ponte e che il progetto è attualmente in fase di studio. Sul piano politico, il vicepremier Salvini, nei giorni scorsi, ha lanciato attraverso i suoi profili social un’altra frecciata alla segretaria del Pd e alla sua “traversata nello Stretto”, compiuta a bordo di un traghetto della “Caronte & Tourist” nei giorni della campagna elettorale per le recenti Europee: “La migliore risposta a Elly Schlein – ha dichiarato Salvini – e ai ‘No Ponte’ l’hanno data i cittadini, i lavoratori, i turisti rimasti bloccati per ore, come ogni estate, in attesa di attraversare lo Stretto. Ci dicono ‘e fatelo questo Ponte’ e noi stiamo andando avanti con l’approvazione del progetto, per portare più sviluppo, più lavoro, più crescita a una terra straordinaria”.

Non si ferma la protesta dei movimenti contro l’opera

La protesta contro il ponte dello Stretto è tornata in piazza nel centro di Messina lo scorso 10 agosto. Si è trattato di una manifestazione che ha coinvolto sia i siciliani sia quanti si sono uniti con i pullman arrivati dalla Calabria. C’è stata anche la partecipazione di una frangia dei No-Tav, sbarcata nell’isola, che vorrebbe ricollegare la rivolta dal Piemonte alla Sicilia. Si tratta di diverse migliaia di persone che hanno sfilato anche sul lungomare.

Lo slogan storico “Vogliamo l’acqua dal rubinetto e non il ponte sullo Stretto” è stato il leit-motiv della manifestazione, uno slogan nato vent’anni fa, ma riesumato quest’anno a seguito della colossale emergenza idrica in cui versa l’isola. L’accusa degli attivisti è vengono destinati circa 14 miliardi al ponte e solo 20 milioni di euro per affrontare l’emergenza siccità. Mentre “Calabria e Sicilia sono in stato di emergenza a causa della grave siccità – ha dichiarato l’Unione Sindacale di Base che ha aderito alla manifestazione – mentre l’acqua si perde nelle reti idriche colabrodo, le loro montagne bruciano ma non ci sono più risorse umane ed economiche capaci di fronteggiare gli incendi. Servono strade, scuole, ospedali, servono investimenti seri per bonificare i territori avvelenati da decenni di sversamenti incontrollati per colpa delle mafie e delle grandi industrie, serve pensare a lavoro vero e sostenibile per fronteggiare la piaga dell’emigrazione giovanile. Ma ancora ci parlano di Ponte”.

Il movimento di protesta contro il collegamento stabile tra Calabria e Sicilia si schiera contro quello che definisce il “sistema Ponte”. Si tratta, secondo gli attivisti, di un meccanismo nato con la società “Stretto di Messina S.p.A.”, che il movimento “No Ponte” vorrebbe chiusa, che da circa vent’anni utilizza ingenti fondi solo per produrre la progettazione di un’opera che, a tutt’oggi, è annoverata tra le grandi incompiute del nostro paese. L’elenco dei terreni da espropriare è pronto e oggi il Dl infrastrutture, diventato legge, consente di cantierizzare il progetto esecutivo per fasi, senza attendere che sia pronto per tutta l’opera. C’è anche un disegno di legge sulla sicurezza che preoccupa il movimento “No Ponte”. Si tratta di una misura che prevede un aumento delle pene per chi si oppone alla realizzazione delle grandi infrastrutture e che, nel caso di approvazione, queste manifestazioni di dissenso sarebbero ai confini della legge.

I “No ponte” ricordano inoltre che non ci sono solamente “le crescenti perplessità di ingegneri e progettisti non pregiudizialmente contrari al Ponte ma consapevoli delle insuperabili criticità che ne accompagnerebbero oggi la realizzazione”, ma che ben 68 rilievi sono stati mossi dalla stessa commissione scientifica della Stretto di Messina e 239 osservazioni e richieste di integrazioni sono state elaborate dal Ministero dell’Ambiente, tanto che la “Stretto di Messina” ha dovuto formulare istanza di sospensione dei termini per un periodo di 120 giorni per la presentazione della documentazione integrativa per il completamento e l’aggiornamento per la procedura di Valutazione di impatto Ambientale. Questo ha portato diversi sindaci delle aree interessate al progetto a chiedere al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti la sospensione della conferenza dei servizi istruttoria sul collegamento stabile tra l’isola e la terraferma.

Ma ora anche chi dice sì è pronto a scendere in piazza

Anche i “Sì al Ponte” scenderanno in piazza. L’annuncio arriva dalla Calabria, assieme alla notizia dell’avvio di una petizione a sostegno della grande infrastruttura, allegata a una lettera sottoscritta da decine d’imprenditori e professionisti calabresi e siciliani. Allo stato attuale le manifestazioni dovrebbero essere due, una in Calabria e l’altra a Messina, perché un’analoga iniziativa sarà annunciata a breve anche sul versante peloritano.

A corroborare la loro posizione c’è un documento firmato da docenti universitari, industriali, avvocati, architetti, ingegneri, imprenditori del commercio, esperti di turismo e marketing, dirigenti di enti e rappresentanti di associazioni in cui si legge “Pensare al Ponte sullo Stretto significa entrare nel futuro da protagonisti, significa sentirsi ed essere gli eredi di quella storia che partendo dalla Magna Grecia e passando per Roma ha imposto l’Italia come esempio d’innovazione e di ambizione nel mondo. L’Italia è al centro del Mediterraneo ed è il ponte naturale dell’Europa verso l’Africa e l’Asia. Il Ponte sullo Stretto è un’infrastruttura cruciale per raggiungere questo obiettivo, consentendo un collegamento stabile e continuo tra la Sicilia e il continente europeo (…) una promessa di coesione territoriale, simbolo di una nazione che tutta insieme guarda al futuro con ambizione, determinata a superare le divisioni e le difficoltà. Sarà un incentivo per le imprese di tutto il mondo ad investire nel Sud Italia, portando nuovi posti di lavoro e favorendo lo sviluppo economico locale. Renderà la Sicilia accessibile favorendo il turismo destagionalizzato che usufruirà delle bellezze culturali e naturali della regione” e “offrirà una soluzione sostenibile ai problemi attuali legati al trasporto marittimo e aereo, riducendo l’impronta di carbonio grazie a un’infrastruttura che favorirà l’uso di mezzi di trasporto collettivo sia per le persone sia per le merci”.

Il documento è stato sottoscritto, al momento, dal prof. Pino Spadafora, dal prof. Amerigo Giudice, dalla professoressa Simonetta Costanzo, dal prof. Mauro La Russa, dalla giornalista Rai Cecilia Primerano, da oltre 50 imprenditori, dal cav. Pasquale Giardino, dallo sportivo Amaurys Pérez, dall’armatore Filippo Arecchi, dal medico Nicola Loddo, dallo stilista Anton Giulio Grande, dal presidente dell’Aci di Reggio Calabria Giuseppe Martorano, dal presidente di CapuaInvestments Fabrizio Capua, dall’avvocato penalista Carlo Morace, dal commissario Sin di Crotone Emilio Errigo, dagli ingegneri Bruno Marra e Alessandro Chirico, dal direttore di banca Alfredo De Pasquale, dagli avvocati Gianluca Principato, Roberto Colicchia, Salvatore Tavella, Giovanni Condemi, Pasquale Saffioti, dal presidente di Confesercenti Claudio Aloisio, dall’esperto di marketing Gianmarco Oliveri, dal medico Diego Latella, dal geometra Nicola Irto, dal direttore generale di Confedilizia Domenico Barbalace, dall’Università E-Campus, dagli avvocati Domenico Solano, Nicola Crucitti, Angelo Savasta, Carmelo Ciappina, Francesca Diano, Cinzia Ladicola, Vittorio Lombardi, Paola Lemma e Giulio Forgione, dal giornalista Nino Neri, dal medico Antonio Mazzuca, dalla funzionaria regionale Maria Nucera, dal presidente dell’Anas Calabria Gianfranco Sorbara, dal docente dell’Università di Palermo Antonio Maria Romeo, dalla professoressa Antonella Naso, dai commercialisti Rino Speciale e Giuseppe Zampogna, dal sindacalista Gabriele Labate, dal medico Matteo Galletta, dall’ingegnere Andrea Loiaconi, dal geologo Francesco Borgese, dall’orafo Giancarlo Spadafora.