“Noi abbiamo avuto la migliore stagione per la realizzazione del Ponte soltanto sotto il governo Berlusconi e questo è noto a tutti perché si era giunti all’apertura del cantiere. La verità è che c’è un forte pregiudizio ideologico da parte dei Cinque stelle e di una parte del Partito democratico. La rappresentanza parlamentare siciliana e calabrese dovrebbe pressare il governo per pretendere che il collegamento sullo Stretto diventi una priorità assoluta e irrinunciabile. Soprattutto ora che il Mediterraneo è ritornato uno snodo centrale del traffico merci”. Così il governatore siciliano Nello Musumeci in un’intervista a ‘Il Giornale’ interviene in merito al Ponte sullo Stretto.
“Escludo che il governo nazionale abbia interesse a realizzarlo. Subisce la pressione di lobby economico-finanziarie del Nord contrarie a una Sicilia come naturale piattaforma del continente europeo nel Mediterraneo, condannandola alla marginalità che continua a subire da oltre 70 anni – sottolinea – Le pare normale che nel 2022 un camion o un vagone ferroviario debba fermarsi davanti a tre chilometri e aspettare più di un’ora (per imbarcarsi; ndr), mentre l’uomo arriva su Marte?”.
“Al ministro Giovannini abbiamo spiegato più volte che la Sicilia è stanca di essere appendice del Continente e che per essere centrale ha bisogno di infrastrutture strategiche. In Sicilia non se ne realizzano da oltre vent’anni. Il ministro Giovannini sa benissimo che è sufficiente una forte volontà politica. Solo un bambino può credere che il problema sia tecnico. Il tranello del ponte a una campata o a tre campate è un gioco demoniaco che serve al governo per perdere tempo e arrivare alle politiche del prossimo anno. Se il centrodestra non prevalesse, si tornerebbe a recitare la stessa commedia. È un film già visto” prosegue Musumeci. “Solo una minoranza di navi mercantili approda in Sicilia o a Gioia Tauro. La stragrande maggioranza, invece, attraverso lo Stretto di Gibilterra per raggiungere il Nord Europa. Il collegamento stabile, sia ponte o tunnel, tra le due sponde determinerebbe una maggiore appetibilità da parte della Sicilia in termini di investimenti stranieri. La questione tecnica è soltanto un alibi e lo sanno i siciliani – conclude il governatore – che spero possano avere buona memoria al momento opportuno”.