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Ponte, le prossime tappe: occhi puntati sull’11 novembre

MESSINA – Sarà un autunno caldo, forse più caldo dell’estate che lo ha appena preceduto. E non stiamo parlando del cambiamento climatico ormai in atto e che alle latitudini siciliane ha messo in ginocchio, tra gli altri, il comparto dell’agricoltura, ma delle tappe che vivrà il progetto del ponte sullo Stretto di Messina. L’iter dell’opera infrastrutturale più ambiziosa mai pianificata in Italia procede a passo svelto in direzione di passaggi cruciali per comprendere se e quando sarà possibile definire il progetto definitivo e passare dunque alla fase successiva: quella del progetto esecutivo. Per farlo, appunto, sono diverse le date in rosso segnate sul calendario per questo autunno.

Ponte sullo Stretto, l’11 novembre la pronuncia della Commissione Via-Vas

La prima, ormai messa alle spalle, era rappresentata dalla consegna dello scorso 12 settembre della documentazione integrativa richiesta dalla Commissione Via – Vas del MASE alla società Stretto di Messina per chiarire le 239 criticità emerse dall’analisi del progetto definitivo presentato a marzo. Sguardo dunque rivolto adesso al prossimo 11 novembre, data nella quale è prevista proprio la pronuncia della Commissione Via-Vas, incaricata di esprimere il parere definitivo sulla Valutazione d’impatto ambientale (VIA). Questa data, considerata fondamentale, coincide non a caso anche con la conclusione dell’iter della Conferenza dei servizi.

Il 30 novembre sarà il turno del Cipess

Dopo il parere della Commissione, nel caso in cui le integrazioni documentali fornite dovessero aver convinto i nuovi componenti della Via – Vas, il 30 novembre sarà il turno del Cipess, il Comitato interministeriale per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile, che dovrà valutare, eventualmente approvare il progetto definitivo e avviare ufficialmente la fase esecutiva. Un passaggio fondamentale per definire i dettagli operativi e preparare l’avvio delle prime attività preliminari.

Secondo il cronoprogramma aggiornato e presentato dalla società Stretto di Messina, il 20 dicembre dovrebbe rappresentare l’inizio delle “attività anticipate”: tra queste, le procedure di occupazione temporanea delle aree destinate agli espropri, la bonifica di eventuali ordigni bellici e le indagini archeologiche, nonché le demolizioni preliminari e la preparazione dei cantieri. Tutto a ridosso del periodo natalizio, con un clima particolarmente pesante che è fin da ora facile immaginare possa accompagnare tutti i soggetti coinvolti dal piano espropri. Tutti interventi che, pur essendo preliminari, sono indispensabili per creare le condizioni necessarie all’avvio vero e proprio dei cantieri del ponte.

Il 14 maggio 2025 dovrebbero cominciare le demolizioni

Nel 2025, tra le date cerchiate in rosso sul calendario c’è quella del 14 maggio, giorno nel quale dovrebbero cominciare le demolizioni necessarie per liberare le aree coinvolte dal progetto. Per il 17 agosto è fissata l’apertura del cantiere operativo a Ganzirri, una delle principali località interessate dalla realizzazione dell’infrastruttura. Di fatto, al centro della Riserva naturale orientata Laguna di Capo Peloro.

La rapidità con cui si procederà in questa fase dipenderà dalla capacità di superare eventuali ostacoli tecnici e burocratici che, sin da ora, si palesano come molteplici e tortuosi per via degli esposti presentati presso le procure di Roma, Messina e Reggio Calabria avversi alla realizzazione del ponte. Per pensare di avviare i cantieri del ponte sullo stretto sarà infatti necessario affrontare un iter processuale già a partire dal prossimo 27 settembre. L’udienza chiave davanti al Tribunale delle Imprese riguarda il ricorso presentato da 104 cittadini contro la società Stretto di Messina. I ricorrenti, rappresentati dagli avvocati Aurora Notarianni, Giuseppe Vitarelli, Antonino De Luca e Maria Grazia Fedele, chiedono in un documento di 42 pagine “l’immediata cessazione di qualsiasi atto o comportamento della società Stretto di Messina che possa compromettere i diritti e gli interessi collettivi”. A tal proposito, la società presieduta da Pietro Ciucci si è già cautelata mettendo in campo due dei più importanti esperti giuridici italiani per affrontare la causa: un passaggio che potrebbe risultare già decisivo per la risoluzione delle questioni pendenti e per garantire un regolare proseguimento dei lavori senza ulteriori ritardi.

L’intervento del Comitato “Invece del Ponte”

Sul tema è in questi giorni intervenuto anche il Comitato “Invece del Ponte” che ritiene le integrazioni fornite dalla Stretto di Messina come “un buco nell’acqua”. Le risposte al Mase – secondo il Comitato – sarebbero insensate e prive di una stima di costi. “Ricordiamo che per legge la Commissione deve esprimersi su progetti definitivi la cui composizione è fissata dalle normative vigenti ai fini del rilascio del provvedimento di Via. Intanto il dato certo è che sul tema dell’acqua (e non solo) le risposte sono le solite. Non siamo di fronte a integrazioni di progetto, ma a ipotesi e rinvii”.

Nel frattempo, proprio ieri, presso la sede dell’Ordine degli Ingegneri di Messina si sono insediati i cinque gruppi di lavoro creati per affiancare la Commissione Speciale dedicata al ponte sullo Stretto. I gruppi, composti da esperti di vari settori, si concentreranno su ambiti strategici del progetto. Manlio Marino si occuperà della sicurezza sismica, Mario Pizzino gestirà le interferenze tra cantieri e la rete viaria, Francesco Brando sovrintenderà alla sicurezza nei cantieri, Arturo Alonci seguirà le procedure di espropriazione e Franco Cavallaro curerà le procedure autorizzative e l’impatto ambientale.

Ogni gruppo opererà in maniera autonoma, raccogliendo dati, opinioni e proposte, con l’obiettivo di produrre un rapporto finale. In una prima fase, i gruppi si concentreranno sull’analisi della documentazione tecnica già disponibile, elaborando sintesi utili alla presentazione e comunicazione del progetto. Il ponte sullo Stretto rappresenta un progetto che mira a cambiare profondamente il tessuto economico e sociale del territorio siciliano e di quello calabrese. La palla passa adesso nel campo del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica: dal successo di questo iter dipenderà la realizzazione di un’opera che potrebbe ridefinire il sistema dei trasporti e le opportunità economiche dell’intera regione, come a più riprese richiesto dall’Unione Europea.