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Ponte sullo Stretto, l’ultima speranza è il Recovery Fund

PALERMO – Per collegare la Sicilia all’Italia al posto del Ponte sullo Stretto potrebbe essere realizzato un tunnel sottomarino. L’idea è stata sottoposta al ministro per le Infrastrutture Paola De Micheli da un gruppo di ingegneri. “Presenteremo la nostra proposta in sede di Recovery Fund – ha dichiarato la ministra – per completare il collegamento tra Messina e Reggio Calabria”.

In attesa dei risultati delle analisi tecniche, visto che il tunnel si troverebbe in un’area sismica, il governo ha deciso di finanziare l’alta velocità non solo in tutta la Sicilia, ma anche sulla linea Reggio Calabria – Salerno. Ma il Partito Democratico non è d’accordo, e appoggia le dichiarazioni del premier Conte che ha ricordato che al momento ci sono ben altre priorità prima del ponte sullo stretto di Messina. “Vanno potenziate le linee ferroviarie locali che sono ferme dal dopoguerra – sottolinea Stefano Pedica del Pd – bisogna costruire un’Alta velocità vera, vanno costruiti depuratori e resi stabili i palazzi con un piano antisismico nazionale. Inoltre, prima di pensare ad altri ponti mettiamo in sicurezza gli attuali. L’Anas ancora non risponde alle mie interrogazioni sulla sicurezza di alcuni viadotti e gallerie. L’Italia deve diventare un vero cantiere di sviluppo e ripartire con i fatti”. L’idea del tunnel era però già stata considerata in tempi passati ed archiviata, come ha ricordato Ettore Incalza, ex dirigente del ministero delle Infrastrutture e dei trasporti. “Il progetto definitivo del ponte c’è, è pronto e può partire entro sei mesi – ha detto Incalza – ma se si dovesse procedere con questa soluzione, “ci vorrebbero minimo 3-4 anni”.

Di ennesima sciocchezza parla il sindaco di Messina, Cateno De Luca. “Non c’è da scegliere cosa è meglio o peggio, – prosegue De Luca – secondo le valutazioni tecniche comunque quella del ponte era un’idea fattibile”.

Critica sull’idea anche Forza Italia con Stefania Prestigiacomo, che parla di “Boutade agostana”.
“La Sicilia non deve essere collegata solo all’Italia ma all’Europa – ha detto Prestigiacomo – e per farlo occorrono chiarezza, coraggio, competenza e visione. Tutte capacità che non albergano, almeno in questo momento, tanto a Palazzo Chigi, quanto negli altri palazzi del potere governativi”. Sostiene questa tesi Matilde Siracusano (Fi). “Il passaggio al progetto esecutivo sarebbe questione di mesi e di volontà politica, quella che evidentemente manca ad un governo che decide ancora una volta di abbandonare la Sicilia e il Sud”.

Secondo il senatore di Italia Viva, Davide Faraone: “Non si tratta solo di accorciare le distanze tra nord e sud ma di creare sviluppo nazionale : ora che i soldi ci sono, con il Recovery , sarebbe davvero grave perdere l’occasione. Ancora di più per un governo che esprime molti importanti ministri del Sud”.