RAGUSA – Definire gli obiettivi per il 2021 in merito alla lotta al caporalato. Si è discusso di questo in Prefettura a Ragusa, qualche giorno fa: un incontro in videoconferenza con il prefetto Filippina Cocuzza che ha voluto focalizzare l’attenzione sui risultati raggiunti ad un anno dalla sottoscrizione del protocollo d’intesa, promosso dalla prefettura stessa, nel dicembre 2019.
Diversi i tavoli resi operativi in quest’ambito che hanno visto coinvolti vari Comuni della provincia. Per la ‘rete del lavoro agricolo di qualità’ (Rlaq), intanto, sarà istituita, da parte dell’Inps, la sezione territoriale di Ragusa.
“A tale riguardo, allo scopo di promuovere sempre di più il circuito virtuoso delle aziende iscritte alla Rete – hanno riferito durante l’incontro – obiettivi dell’anno in corso saranno la promozione di un contrassegno di iscrizione alla Rete, quale simbolo distintivo di legalità, nonché l’attivazione, da parte dell’Inps di Ragusa, di uno sportello informativo dedicato alle aziende iscritte alla Rlaq e la promozione di una campagna informativa rivolta alle aziende, grazie anche al supporto del progetto Building Together”.
Tali attività verranno ancora più implementate dal contributo dell’assessorato regionale al Lavoro che, attraverso il progetto Supreme, selezionerà personale esperto per l’implementazione della Rlaq. Nell’ambito del Tavolo relativo alla “Destinazione di beni immobili a migranti regolari”, coordinato dalla prefettura in sinergia con gli enti locali, è stato riferito che tutte le proposte progettuali presentate dai comuni interessati sono state ammesse al finanziamento. Obiettivo per l’anno in corso sarà dunque quello di garantire l’effettiva realizzazione delle proposte progettuali e dei servizi previsti.
Nella lotta al caporalato, ruolo fondamentale è quello svolto dalle forze dell’ordine: in sinergia con la Prefettura e nell’ambito del tavolo “Contrasto all’illegalità”, è stato strutturato un “efficiente sistema di comunicazione interforze, dal quale, grazie anche alle attività svolte dal progetto Fami Building Together, sono emerse già importanti segnalazioni che hanno contribuito, da un lato ad attivare lo strumento giuridico del permesso di soggiorno per grave sfruttamento lavorativo, ai sensi dell’articolo 22 del Testo unico Immigrazione e, dall’altro, ad avviare mirate attività di indagini. Obiettivo per l’anno in corso – hanno continuato dalla Prefettura – sarà la realizzazione di procedure operative standard, che diano un efficace contributo per rafforzare la comunicazione interforze e interistituzionale e per migliorare i processi di segnalazione di casi di sfruttamento lavorativo e di tutela delle vittime”.
La Prefettura ha coinvolto anche l’Asp, con un tavolo di azione sanitaria, e il Centro per l’impiego per favorire l’incontro tra domanda e offerta del lavoro.