Cultura

Premio Danzuso, folla di pubblico per i riconoscimenti all’eccellenza

L’importanza del dialogo è stato il tema centrale della diciottesima edizione del Premio intitolato al critico teatrale Domenico Danzuso, nel Gala svoltosi ieri sera nelle settecentesche sale del Circolo dell’Unione, nel Palazzo Biscari-Moncada di Catania.


Ne ha parlato in apertura Antonello Piraneo, direttore de La Sicilia, consegnando un riconoscimento alla memoria dell’ideatore del Premio, Tony Maugeri, grande appassionato di musica classica, con un’autentica devozione per Vincenzo Bellini, al figlio Riccardo. E ne ha parlato in chiusura il direttore del Quotidiano di Sicilia Carlo Alberto Tregua premiando Romano Bernardi e Alessandra Cacialli.

La serata, condotta con la consueta verve da Marina Cosentino, ha visto – dopo i ringraziamenti di Giuseppe Lazzaro Danzuso e Filippo Donzuso in rappresentanza della famiglia ai quindici enti e associazioni promotori del Premio e in particolare a Maria Santagati, presidente di quel Lyceum che ha ospitato la manifestazione, alla segretaria Vittoria Napoli e alle maestranze -, la consegna dei riconoscimenti, delle splendide sculture realizzate da Pierluigi Portale su progetto grafico di Gianni Latino.

Il primo è andato al baritono Graziano D’Urso, giovane promessa della lirica, che lo ha ricevuto dal vicepresidente della Scam Pippo Spampinato. D’Urso ha poi cantato un brano dal “Rigoletto” di Verdi, accompagnato al pianoforte da Manuela Cigno. Poi Sarah Zappulla Muscarà ha consegnato il premio per Nellina Laganà, che non ha potuto essere presente al Gala per una indisposizione, a Gianni Scuto, compagno d’arte e di vita dell’attrice reduce da uno straordinario successo in tutt’Italia nei panni della Sgricia dei “Giganti della Montagna” con Gabriele Lavia.

Il Premio Domenico Danzuso per la critica è andato a Carmelita Celi, che – come recita la motivazione – “grazie al dono di saper scrutare nell’animo della comunità in cui vive, può essere considerata l’erede d’elezione di Domenico Danzuso nell’interpretare il ruolo di ‘coscienza’ di Catania dall’osservatorio privilegiato della Cultura”. Non a caso nel consegnarle il riconoscimento Lina Polizzi Danzuso ha ricordato che fu l’ultima collega che il critico volle vedere prima della sua morte.

Un frammento del film “Il traditore” di Marco Bellocchio ha introdotto l’attore Giovanni Calcagno, che, premiato da Orazio Torrisi, patron del Teatro Brancati, ha poi entusiasmato il pubblico che affollava la sala rendendo, con i Fratelli Napoli, la “Rotta di Roncisvalle”.

Tra i premiati c’era anche la gloriosa Marionettistica fondata a Catania nel 1921 e giunta alla quinta generazione di pupari, che hanno fatto conoscere l’Opra in tutto il mondo. A consegnare il premio nelle mani di Fiorenzo Napoli è stataMaria Grazia Patanè, presidente del Soroptimist international club di Catania.

Altro momento clou, il Premio Danzuso per la Cultura a Domenico De Meo, già premio Bellini d’oro, annoverato tra i più autorevoli filologi belliniani in ambito internazionale, che ha ricevuto il riconoscimento dalle mani di Graziella Seminara. Risonanza internazionale ha avuto il lavoro di ricostruzione e revisione da lui condotto sulla seconda versione di “Adelson e Salvini”, presentata in prima mondiale assoluta il 23 settembre 1992 al Teatro Massimo Bellini.

E a proposito di Bellini, nel corso della serata è intervenuto anche il nuovo soprintendente del Teatro, Giuseppe Cultrera, che ha illustrato i suoi programmi di rilancio. Presente in sala la direttore del Teatro Stabile di Catania Laura Sicignano.

Tutte le foto sono di Giacomo Orlando

Un altro video, dedicato al trentennale della Compagna Zappalà Danza, ha introdotto Roberto Zappalà coreografo catanese di fama internazionale che con la moglie Maria Inguscio, compagna straordinaria di vita e lavoro, ha creato e gestisce Scenario Pubblico, che forma giovani danzatori in un’ottica internazionale di scambi. A consegnare il riconoscimento alla coppia è stata Lina Scalisi, vicepresidente del Teatro Stabile di Catania.

Premio di coppia, consegnato come detto dal nostro direttore Carlo Alberto Tregua, anche per Romano Bernardi e Alessandra Cacialli: quando lui giunse allo Stabile di Catania da Milano nel 1963, attore già noto, inventò con Mario Giusti la Scuola di avviamento al Teatro, contribuendo, anche da regista, alla grande crescita culturale della città etnea nei decenni successivi. Anche con Antenna Sicilia dove ebbe ancora una volta a fianco la moglie, la raffinatissima attrice romana Alessandra Cacialli, che ha emozionato il pubblico con la poesia “Non perdona” di Pierpaolo Pasolini.

Anche quest’anno, poi, il Lions Catania Host, con Elio Dottore in rappresentanza della presidente Francesca Toscano, ha consegnato una borsa di studio a un allievo meritevole dell’Accademia di Belle Arti: Serena Russo, che, come spiegato da Vincenzo Tromba, direttore dell’Accademia, frequenta la Scuola di Comunicazione e valorizzazione del Patrimonio artistico contemporaneo con il docente Virgilio Piccari.

Giovani in evidenza anche con le esibizioni del soprano Martina Scuto, accompagnata da Alberto Alibrandi, e del pianista Antonio Tiralosi.

Due giovanissimi allievi di quello che fino a ieri si chiamava Istituto Musicale Vincenzo Bellini ma che, come annunciato dalla presidente Graziella Seminara, potremo, dal primo gennaio 2020, finalmente chiamare Conservatorio.

Come Domenico Danzuso aveva lungamente auspicato.