Economia

Prestiti, in Sicilia (+1%) crescono meno che in Italia (+3,7%)

PALERMO – In Sicilia nel primo semestre dell’anno in corso i prestiti bancari rivolti alle imprese sono aumentati ad un ritmo assai meno sostenuto rispetto a quanto accaduto mediamente a livello nazionale. Secondo quanto è possibile leggere all’interno del rapporto “Economie regionali” della Banca d’Italia, nell’Isola l’incremento medio si attesta al +1% (contro il +3,7% mediamente rilevato a livello nazionale).

Le costruzioni sono l’unico settore che in Sicilia permette di registrare un incremento più sostenuto rispetto a quello italiano (rispettivamente +0,2% e -1,4%). È andata diversamente in riferimento al settore dei servizi (+1,4% nella nostra regione, contro il +4,6% nazionale) e al settore della manifattura (in ordine +2,3% e +5,8%).

Più in generale, quasi tutto le regioni italiane hanno visto crescere il numero di prestiti bancari ottenuti dalle imprese, con le uniche eccezioni di Valle d’Aosta (-3,8%), Abruzzo (-1,7%), Toscana (-1,1) e Liguria (-0,5%). Lazio (+9,7%), Piemonte (+8,2%) e Friuli Venezia Giulia (+7,8%) sono le regioni in cui è possibile osservare l’incremento maggiormente sostenuto a livello nazionale.

Dunque durante i primissimi mesi dell’anno, tanto in Sicilia, quanto nel resto d’Italia, la richiesta di prestiti da parte delle imprese appariva abbastanza contenuta. Dall’avvio della pandemia, la flessione del fatturato e degli incassi ha, invece, determinato un incremento del fabbisogno finanziario che si è riflesso sulla domanda di credito. Infatti, già a partire dal mese di marzo sono tornati a crescere i prestiti bancari alle imprese medio-grandi del Centro Nord, accelerando nei mesi successivi anche in relazione alle maggiori difficoltà di raccolta sul mercato obbligazionario. Da giugno l’aumento dei finanziamenti bancari ha interessato le piccole imprese in tutte le ripartizioni territoriali (al Sud e nelle Isole a maggio è ripartito il settore dei servizi e a giugno quello della manifattura) e a partire da luglio anche le aziende medio-grandi del Mezzogiorno. Ecco spiegato il differente andamento territoriale dei prestiti.

Mentre se c’è un ambito in cui nostro malgrado la Sicilia mantiene il primato è quello relativo al credito in sofferenza. Infatti, in questo caso, siamo capaci di registrare il tasso di deterioramento maggiormente sostenuto a livello nazionale, pari al 3,6% (contro una media italiana attestantesi sull’1,9%). Il tasso di deterioramento del credito esprime il rapporto tra i flussi di credito entrati per la prima volta in default nel semestre e lo stock di credito non in default nel corso del semestre precedente. D’altra parte, il territorio in cui si registra il tasso di deterioramento più contenuto su base nazionale è la Provincia autonoma di Trento (0,7%).

A livello settoriale, il tasso di credito deteriorato maggiormente elevato nell’Isola si osserva nelle costruzioni (5,8%, contro il 4,3% mediamente rilevato a livello nazionale), segue il settore dei servizi (3,5%) e quello delle attività manifatturiere (3,2%). Mentre tra le piccole imprese siciliane il tasso di credito deteriorato si attesta al 3,5%.