A Catania gli architetti PCC, gli avvocati, i commercialisti e gli esperti contabili, i geometri, i medici e gli odontoiatri, i notai firmano il protocollo d’intesa “ProfessioniXEquità“, volto a favorire la parità di genere anche in ambito professionale.
Questi ordini, insieme, racchiudono oltre 30 mila professionisti.
“L’intento – commentano i presidenti Sebastian Carlo Greco (OAPPC CT), Rosario Pizzino (Avvocati), Salvatore Virgillito (Ordine dei Commercialisti e degli Esperti Contabili), Agatino Spoto (Geometri), Andrea Grasso (Consiglio Notarile di Catania) e Igo La Mantia (Medici e odontoiatri) – è di avviare indagini per individuare situazioni di svantaggio nelle professioni e mettere in campo azioni comuni contro ogni tipo di distinzione, anche attraverso concrete proposte di legge. Inoltre, ci proponiamo l’obiettivo di organizzare attività formative per rispondere ai fabbisogni del professionista, di favorire l’inclusione sociale a ogni livello – contribuendo al cambiamento sociale e culturale – di migliorare l’accessibilità funzionale ai pubblici uffici e la fruizione del territorio anche in tema di sicurezza, sostenendo iniziative per una migliore conciliazione tra tempi di vita e lavoro”.
Il progetto, siglato in occasione della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne (25 novembre), è propedeutico per la costituzione di un comitato per le pari opportunità inter-ordinistico a cui potranno aderire anche altre realtà.
Ma quali saranno i risvolti concreti del protocollo “ProfessioniXEquità”? A spiegalo a QdS.it è Andrea Grasso, presidente del Consiglio notarile di Catania e Caltagirone.
“Il protocollo ‘ProfessionistiXEquità’ prevede la realizzazione di azioni comuni volte ad affrontare sinergicamente il problema del gender gap in ambito lavorativo e nelle libere professioni in particolare, favorire le pari opportunità nelle professioni, promuovere azioni di formazione sulle problematiche delle pari opportunità”.
“Abbiamo messo insieme notai, architetti, avvocati, medici, geometri e commercialisti della provincia di Catania e da subito cercheremo di coinvolgere quanti più ordini professionali possibili; saranno organizzati eventi formativi sul tema della parità di genere”, aggiunge Grasso.
In Italia, e soprattutto in Sicilia, l’occupazione femminile è ampiamente al di sotto degli standard europei. A questo problema si aggiunge il fenomeno della disparità salariale, un tema che gli ordini professionali vogliono cominciare ad affrontare in maniera sistematica: “Saranno anche istituiti dei gruppi di lavoro interprofessionali per esaminare il fenomeno del cosiddetto ‘gender pay gap’ che – nel lavoro autonomo e nelle libere professioni in particolare – è più marcato che nel lavoro dipendente”, aggiunge Grasso.
“Vanno individuate le cause comuni a tutte le professioni ed individuati gli strumenti per ridurre quanto più è possibile la forbice“.
Secondo gli ultimi dati Eurostat, aggiornati a febbraio 2022, il divario retributivo tra uomini e donne in Italia è del 5%. Ma questo dato non tiene conto di alcuni elementi fondamentali che rendono la sua interpretazione tutt’altro che positiva:
L’Italia è dunque il Paese europeo che, da questo punto di vista, fa peggio. E considerando anche i Paesi che riescono a impiegare meglio e di più le donne a lavoro – come la Svezia, che ha un tasso di occupazione femminile pari all’81% – la disparità salariale è almeno al 20%, secondo l’Organizzazione Mondiale del Lavoro.
A Catania e Caltagirone quali difficoltà incontrano le donne notaio rispetto agli uomini?
“La nostra può essere considerata una categoria privilegiata alla quale si accede mediante concorso pubblico estremamente selettivo, il ché ha contribuito a far raggiungere negli ultimi anni alla effettiva parità di genere nell’accesso e il distretto di Catania e Caltagirone è in linea con il dato nazionale”, conclude il presidente.
“Con riferimento alla disparità di genere in ambito retributivo e di condizioni lavorative, stiamo iniziando un percorso conoscitivo per valutare l’entità del fenomeno e individuare possibili soluzioni”.
Ivana Zimbone