Un ambizioso progetto prende forma in Sicilia, con l’obiettivo di esaltare la biodiversità viticola dell’isola, coniugando innovazione di processo e di prodotto: si tratta di una novità del Consorzio DOC Sicilia con l’obiettivo di dotare le imprese regionali di vantaggi competitivi sostanziali e duraturi. Bi.Vi.Si., acronimo di “Valorizzazione della biodiversità viticola siciliana”, vuole valorizzare alcune varietà autoctone e reliquie, rafforzando il legame tra la tradizione del territorio e la cultura del vitigno per sostenere lo sviluppo agricolo ed economico del territorio regionale.
Il progetto è stato presentato nel luglio scorso alla presenza, tra gli altri, di Luca Sammartino, assessore Agricoltura, Sviluppo Rurale e Pesca mediterranea, Antonio Rallo, Presidente Consorzio di Tutela Vini Doc Sicilia, Rosario Di Lorenzo, Dipartimento Scienze Agrarie, Alimentari e Forestali dell’Università di Palermo e Giacomo Manzo, Presidente Assoenologi Sicilia.
Dalle tecniche di forzatura in acqua nel processo produttivo delle barbatelle innestate all’utilizzo di nuovi materiali di impianto come i barbatelloni per anticipare la produzione o sostituire le fallanze durante i primi anni di impianto: sono diverse le pratiche messe in campo da un’alleanza tra imprese, ricerca e istituzioni con un partenariato dove il Consorzio Vini Doc Sicilia assume il ruolo di capofila, le Università di Palermo e Milano portano avanti la qualità scientifica del percorso di innovazione individuato e cinque imprese enologiche e un’azienda vivaistica completano il partenariato con l’obiettivo di trasferire le innovazioni alle imprese del settore vitivinicolo.
Il progetto mira a trasferire le migliori pratiche agronomiche per la gestione dei biotipi, dei vitigni minori e delle reliquie, identificare gli ambienti pedoclimatici più adatti e condividere i processi di trasformazione enologica più opportuni. Bi.Vi.Si. rappresenta un esempio concreto di alleanza tra il mondo produttivo, la ricerca scientifica e le istituzioni, promuovendo significative innovazioni nella filiera vitivinicola regionale e aumentando la competitività aziendale con l’obiettivo di creare un metodo di condivisione del sapere che possa avere continuità anche in futuro.