La protezione della beccaccia sul territorio isolano assume carattere sistematico e programmato, pensato per acquisire informazioni su questa specie faunistica quasi sconosciuta. Il progetto di monitoraggio della beccaccia in Sicilia va avanti ed è giunto alla pubblicazione dei 291 cacciatori abilitati ad attuare i tre protocolli di ricerca.
Ecco tutti i dettagli.
Il primo protocollo è denominato “ali d’Italia”, per la determinazione dell’età della beccaccia attraverso la lettura della sospensione della muta alare. La raccolta e lettura dell’ala destra di beccaccia durante il periodo venatorio avviene tramite apposite buste-contenitore che recano anche l’individuazione dei dati su: peso, località e decade di prelievo dei soggetti abbattuti.
Il secondo protocollo di ricerca è la raccolta dell’Ica-Indice cinegetico di abbondanza, durante il periodo venatorio, attraverso la registrazione di ciascun cacciatore aderente al progetto all’applicazione online “Becapp”. Quindi, la raccolta dell’Ica-Indice cinegetico di abbondanza, per il monitoraggio nelle aree di svernamento mediante cane da ferma, effettuato dalla data di chiusura della caccia fino al 15 marzo. I cacciatori formati e presenti nell’elenco potranno effettuare il monitoraggio sia nel corso della stagione venatoria sia durante il periodo di silenzio venatorio; in quest’ultimo caso, con l’ausilio di uno o al massimo due cani da ferma e senza l’utilizzo di armi, in modo da rispettare i dettami di legge riguardo ai periodi di divieto di caccia.
Gli abilitati opereranno in stretto raccordo con le unità operative, ripartizioni faunistico venatorie dei servizi competenti per territorio. Saranno proprio le unità operative a pubblicare, sulla pagina dedicata al progetto del sito web del dipartimento regionale dello sviluppo rurale e territoriale, entro il 30 giugno di ogni anno, le aree ed i periodi nei quali effettuare il monitoraggio, in relazione alle caratteristiche del territorio e alle abitudini della specie. Il progetto prevede anche la collaborazione con la Fansbo, Federazione associazioni nazionali beccacciai paleartico occidentale, che trasmetterà annualmente al Servizio 3-gestione faunistica del territorio, una dettagliata relazione con i dati e i risultati raccolti.
I cacciatori abilitati hanno dovuto partecipare a un corso, che si è tenuto nello scorso mese di ottobre a Pergusa, in provincia di Enna, tenuto da docenti della Fanbfo. Il progetto di monitoraggio nasce proprio dal fatto che per la specie della beccaccia sussistono ancora oggi notevoli carenze di informazioni, sia in riferimento alla consistenza della popolazione, la fenologia di migrazione e le fluttuazioni stagionali di presenza in epoca di svernamento e migrazione pre nuziale, e tutto questo a grave rischio della specie.
L’associazione Fanbfo da diversi anni, infatti, segnala come la popolazione della beccaccia in tutta Europa sia in calo, per cui la specie va protetta e monitorata il più possibile; anche a causa del cambiamento climatico, per cui la siccità nell’area mediterraneo negli ultimi 5 anni ha creato una concentrazione di beccacce in luoghi più umidi, spesso nei fondovalle, mentre le altre zone usuali sono risultate fortemente inospitali. L’associazione, infatti, propugna il rispetto delle raccomandazioni dell’Oncfs e del Game and Wildlife Conservation, rivolte ai cacciatori di beccaccia, per ridurre al minimo l’impatto della mortalità sulla specie, seguendo l’approccio etico “cacciare il più possibile uccidendo il meno possibile”.
Michele Giuliano