Consumo

Prosegue il trend positivo dei consumi in Sicilia

PALERMO – Anche nel mese di novembre prosegue il trend positivo dei consumi in Sicilia.

A dirlo è l’Osservatorio permanente sull’andamento dei consumi elaborato da Jakala per Confimprese. La Sicilia rispecchia l’andamento delle aree geografiche e chiude a +4,5%, leggermente sopra la media del Sud (+4%) e sopra la media nazionale (ferma a +2,3%).

Le città mostrano andamenti altalenanti. A cominciare dall’ottimo andamento di Palermo +11,3% e Caltanissetta +4,8%, per finire ai forti rallentamenti di Siracusa -6,9%, Messina -1,9%, Ragusa -0,7%, Agrigento -0,2%

“Continua il buon andamento dei consumi in Sicilia – spiega al QdS, Mario Maiocchi, direttore centro studi Confimprese -. Rispetto al mese di ottobre (+6,6%), comunque, anche la regione siciliana rallenta la corsa, sia pure registrando un risultato positivo. Palermo è la seconda migliore città italiana a +11,3%, dietro solo alla lombarda Lecco, che chiude novembre 22 a +11,7% su novembre 2021”.

“Un’ottima performance – sottolinea Maiocchi -, dunque, per il capoluogo siciliano che, beneficiando di un autunno mite, ha continuato ad attirare il turismo anche fuori stagione. Quanto alle altre città di provincia, mostrano trend altalenanti. A cominciare dal buon andamento di Caltanissetta, per finire ai forti arretramenti di Siracusa e Messina”.

Discorso diverso invece per il quadro nazionale. I dati complessivi evidenziano un trend in rallentamento con una chiusura mese a +2,3%. Si evidenziano dunque i primi segnali di una battuta d’arresto del mercato in riferimento sia al mese di ottobre (+3,5% su ottobre 2021) sia al quadrimestre precedente (+9,2% luglio-ottobre rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente).

Sul progressivo anno (gennaio-novembre 2022 rispetto allo stesso periodo del 2021) i livelli di crescita si mantengono buoni in tutti i settori merceologici, canali e aree geografiche, anche se sono soprattutto conseguenza delle restrizioni che hanno penalizzato lo shopping nei primi mesi dello scorso anno. Se si considera solo il periodo giugno-novembre, ovvero il periodo comparabile in termini di assenza di restrizioni Covid, il 2022 mostra solo un +6,8%, comunque positivo ma in rallentamento.

Quanto al periodo pre-pandemia permane un significativo divario a -6,1%, frutto principalmente della sofferenza del settore abbigliamento a -8,4% a perimetro comparabile. Recupera la ristorazione che, sempre a perimetro comparabile, si avvicina ai livelli pre-covid a -3,8%, mentre il retail non food continua a mantenersi sui livelli del 2019.

Nei settori merceologici si assiste al calo della ristorazione che, sia pure di poco, torna in negativo a -0,8%. Il settore sconta l’arrivo della stagione fredda e un parziale cambio delle abitudini da parte dei consumatori, così come il retail non food che, contrariamente all’andamento usuale, chiude novembre a -1%.

A sorpresa, invece, abbigliamento-accessori registra un incremento pari a +6,3%, frutto del tardivo cambio di stagione che ha permesso di recuperare il -6,3% di ottobre, peraltro a marginalità impattata dal Black friday, che ha chiuso le vendite a +10% rispetto al Black friday 2021. A questo proposito le stime del centro studi Confimprese per gli acquisti natalizi prevedono che il 57,2% delle famiglie spenderà in abbigliamento-accessori, seguito dai prodotti beauty (43,4%) e dall’elettronica di consumo, citata da una famiglia su tre.