Agricoltura

Protesta dei trattori tra salute e lavoro: “Giusto guadagno e tutela ambiente”

PALERMO – “Gli agricoltori vanno sostenuti ma non al prezzo della salute dei consumatori e di una battuta di arresto della transizione ecologica”. Lo ha detto, attraverso un comunicato, il segretario generale della Flai Cgil regionale Tonino Russo che ha parlato, tra le altre cose, di investimenti, innovazione, ma anche di sfruttamento. Russo è intervenuto ai microfoni del Quotidiano di Sicilia.

Segretario, come si possono conciliare le proteste degli agricoltori con le esigenze dei consumatori?
“Noi riteniamo che gli agricoltori vadano ascoltati perché alla base delle loro proteste c’è il malessere di chi investe in un lavoro soggetto ai cambiamenti climatici, ma occorre anche guardare alla salute delle persone che hanno diritto ad un cibo sano. Pensiamo che gli interventi dei governi, nazionale, regionale ma anche dell’Europa, debbano andare in direzione dell’aiuto gli agricoltori per evitare che i prodotti primari non abbiano un prezzo troppo basso quando poi guadagnare di più è il mercato. Quindi, non bisogna abbassare la guardia sulla qualità del cibo e la tutela dell’ambiente affinché non ci siano ricadute sulla salute delle persone, ma va riconosciuto al tempo stesso agli agricoltori un giusto guadagno e occorre garantire che vengano rispettate le norme sul lavoro e la sicurezza”.

Andiamo allo sfruttamento: cosa dicono i numeri in Sicilia a tal proposito e come si potrebbe contrastare, a suo avviso, questo triste fenomeno?

“Alcuni fatti di cronaca nera del presente e del passato sembrano legati purtroppo allo sfruttamento. Detto ciò in Sicilia non ci sono ispettori e quindi non ci sono controlli eccezion fatta l’azione svolta benissimo da carabinieri, guardia di finanza e dal nucleo lavoro. Fra l’altro la legge italiana 199 che è una buona legge contro lo sfruttamento e il caporalato, viene applicata nella sua parte repressiva ma non bene nella parte della prevenzione e lì ci vogliono le ispezioni e occorre valorizzare le aziende sane che rispettano le norme sul lavoro, la sicurezza e la tutela ambientale. Occorre pagare bene i prodotti, dare maggiori punteggi nei progetti Psr e quindi nei contributi che arrivano dall’Europa, dare maggiori punteggi alle aziende che rispettano le leggi nei bandi per la fornitura, ad esempio delle mense scolastiche o delle mense degli ospedali ed evitare che le aziende che sottopagano e sfruttano i lavoratori facciano concorrenza alle aziende sane. Inoltre, l’incontro tra domanda e offerta di lavoro non deve essere lasciata ai caporali, che spesso fanno capo alla criminalità organizzata, ma deve andare in mano alla pubblica amministrazione”.

Lei parla di investimenti e innovazione. Su che cosa si dovrebbe puntare a suo avviso?
“Oggi, nella transizione digitale, molte produzioni agricole possono essere migliorate attraverso l’innovazione, evitando i pesticidi o l’utilizzo di concimi chimici. Spesso ci confrontiamo con le università che fanno tanta ricerca e innovazione proprio nella direzione dell’utilizzo di prodotti che servono per concimare i terreni o antiparassitari che non sono nocivi. Per innovazione intendiamo anche le nuove tecnologie utilizzate nelle serre, guardando alla tutela dell’ambiente, delle persone che lavorano in questo settore e di tutti i cittadini”.