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Province e Comuni, in Sicilia entrate in calo del 5%

PALERMO – Nel 2018 le entrate degli enti territoriali siciliani sono diminuite del 4,7% rispetto all’anno precedente e sono state pari a 18,7 miliardi di euro. Secondo i dati contenuti all’interno del rapporto “Economie regionali – L’economia della Sicilia” della Banca d’Italia, elaborati a partire dalle analisi condotte dal Siope (Sistema informativo sulle operazioni degli enti pubblici), a livello procapite ammontavano a 3.735 euro, oltre cento euro meno rispetto alla media nazionale (3.893 euro ad abitante).

La quasi totalità delle entrate è costituita dalla componente di natura corrente: infatti, ammontano a 18,2 miliardi di euro (3.631 euro in termini procapite); mentre la parte residuale è rappresentata dalle entrate in conto capitale (524 milioni di euro, ovvero 104 euro a cranio). Le entrate di tipo tributario sono cresciute molto più delle altre: infatti, con il +7,1%, rappresentano quasi il 70% delle entrate complessive (13 miliardi di euro).

Le entrate di natura tributaria derivano dalla compartecipazione alle entrate erariali, imposte e tasse proprie. Gli incassi sono aumentati per tutte le categorie di enti, con il contributo principale della Regione (10,8 miliardi di euro), i cui introiti sono aumentati del 7,3%. Le entrate tributarie dei Comuni hanno sfiorato i due miliardi di euro, con un incremento pari al 5,7%, aumento in larga parte riconducibile alle imposte sul patrimonio immobiliare, su cui hanno influito alcuni sfasamenti temporali negli incassi.

Rimangono sostanzialmente stabili le entrate comunali sul servizio dei rifiuti urbani, mentre sono aumentati significativamente gli introiti relativi all’imposta di soggiorno, che tuttavia rappresentano una parte esigua del gettito tributario comunale.

Nel 2018 la Regione Siciliana ha abbassato le aliquote dell’addizionale regionale Irpef e Irap: la prima, è stata portata dall’1,73% del 2017 all’1,50% (inferiore rispetto alla media nazionale dell’1,59%), mentre la seconda è scesa di quasi un punto percentuale ed è pari al 3,85% (al di sotto della media delle regioni italiane del 4,24%). Infine, le entrate tributarie riscosse da Province e Città metropolitane sono state pari a 272 milioni di euro, anche queste in aumento rispetto all’anno precedente (+9%).

Fra le altre entrate correnti, i trasferimenti, che escludono quelli tra gli enti territoriali, si sono ridotti di circa un quarto: infatti, con una quota complessiva pari a 4,3 miliardi di euro, hanno subito la contrazione più consistente nel comparto (-22,5%). Anche le entrate extra-tributarie, costituite perlopiù dai proventi della vendita di beni e servizi, della gestione del patrimonio immobiliare e dell’attività sanzionatoria e di repressione e controllo, sono diminuite: infatti, nel 2018 hanno raggiunto un valore pari a 931 milioni di euro, il 6,6% in meno rispetto al 2017.

Il decremento più sostenuto si osserva con riferimento alle entrate extra-tributarie regionali (-15,2%), mentre quelle comunali sono lievemente aumentate (+4,9%). Gli introiti in conto capitale si sono dimezzati (-47,4%). La dinamica ha interessato soprattutto la Regione e in misura inferiore i Comuni.