Politica

Pullara: “Musumeci? Meloni venga qui e chieda ai siciliani”

ROMA – Si fanno ogni giorno più aspre le polemiche ora che è confermata la frattura tra i partiti sulla ricandidatura di Musumeci alla presidenza della Regione. La leader di Fratelli d’Italia domenica scorsa alla Conferenza programmatica di Fdi a Milano ha ribadito che “un governatore capace non si manda casa per fare un dispetto a qualcuno, serve il rispetto delle regole, noi siamo di destra, si sa”.

Carmelo Pullara rifiuta il diktat della Meloni

Il parlamentare siciliano di Prima l’Italia, Carmelo Pullara, rifiuta i diktat: “Porto e portiamo rispetto al segretario di FdI così come teniamo al centrodestra unito purché ci sia rispetto e ascolto. Perdere non fa paura a nessuno purché non siano i siciliani a perdere come in questi cinque anni di Musumeci governatore della Sicilia. A parte poi precisare che è tutta da vedere se si dovesse andare separati chi sarà a perdere”. E aggiunge: “Invito la Meloni a venire in Sicilia in incognito, a girare per le strade e chiedere cosa pensano di Musumeci presidente e del suo governo prima di dire che è stato capace”.

“Chieda cosa pensano i siciliani di Musumeci”

“Chieda cosa pensano i siciliani su sanità, rifiuti, acqua, sburocratizzazione, partecipate, bilancio, disabili, province, infrastrutture, fondi Covid, trasparenza – aggiunge -, poi giudicherà se è stato capace o meno. Musumeci è inadeguato al ruolo di presidente della Regione e, ancora di più, di capo o garante di una coalizione. Infine – conclude il leghista – mi permetto di suggerire al presidente di smetterla con i sondaggi farlocchi che lo danno primo tra gli altri. La scorsa volta lo davano secondo dopo Cancellieri poi nei fatti tutto è stato capovolto”.

Anche Nino Minardo, segretario regionale della Lega in Sicilia, a proposito delle trattative interne al centrodestra per arrivare a un candidato sindaco unico nel capoluogo siciliano, ribadisce che l’impegno per l’unità del centrodestra c’è e lo “abbiamo già dimostrato nei fatti facendo un passo di lato a Palermo”.
“È fortemente auspicabile – prosegue Minardo – che l’accordo della coalizione venga raggiunto dai dirigenti locali, come chiesto con saggezza da Matteo Salvini: la Sicilia non merita di subire imposizioni dall’alto”.

Anche le opposizioni attaccano il presidente Musumeci

Ma in questo momento il governatore non deve difendersi solo dal fuoco amico degli alleati: anche le opposizioni lo attaccano sul bilancio e finanziaria e i ritardi accumulati. Il capogruppo Pd all’Assemblea regionale siciliana, Giuseppe Lupo, parla di inadeguatezza del governo regionale: “Musumeci ha stabilito un nuovo record: per la prima volta la Sicilia si trova a maggio senza che sia neppure iniziato l’esame in aula della legge di stabilità e non ha ancora detto come intende procedere per accelerare il confronto con il Governo nazionale, nonostante sia evidente che servono risorse per far quadrare il bilancio e garantire i trasferimenti per Comuni, ex Province, trasporto pubblico locale, assistenza ai disabili e diverse categorie di lavoratori”.

Il gruppo parlamentare Pd proprio ieri ha incontrato i segretari di Cgil, Cisl e Uil per un confronto sulla legge di stabilità e proseguirà nei prossimi giorni il calendario degli incontri con i rappresentanti delle parti sociali: “Insomma – sottolinea Lupo – di fronte alle continue emergenze della Sicilia, ad iniziare dalle richieste che arrivano dal mondo del lavoro e da diversi settori produttivi, il Governo regionale conferma tutta la sua inadeguatezza”.