Qds Pausa Caffè

Caminita, “Luoghi di aggregazione? Anche a Palermo istituzioni confuse”

A Qds Pausa Caffè ospite di Luigi Ansaloni e dell’opinionista Giovanni Pizzo è Mario Caminita, uno degli artisti più eclettici della Sicilia, conosciuti nell’ambiente musicale, radiofonico e non solo.

Dalla settimana prossima il nuovo format del Quotidiano di Sicilia e di qds.it andrà in onda il lunedì, il mercoledì e il venerdì alle 11.30.

“Dal nostro punto di vista l’anno appena passato è stato un massacro. Nessuno se l’aspettava – dice -. Anche le competenze sono mancate. Anche dalle istituzioni non ci si è resi conto, forse, del nostro dramma. Qualcuno ha cambiato mestiere per necessità, qualcuno si è anche realizzato. Quando avvengono eventi così rari ci sono sempre grossi cambiamenti. C’è chi si è fatto male, c’è chi si è rovinato, c’è chi è stato travolto da vicende assurde, ma molti di noi sono ancora qui e stiamo resistendo. Io ho fatto e continuo a fare tantissime cose per non fermarmi mai”.

Si parla poi di discoteche: “Quando parliamo di discoteca non parliamo del ballo e del ballettino, ci sono migliaia di famiglie che vivono con le discoteche – dice Caminità -. Quello che accade nelle discoteche accade dappertutto, non sono luoghi di perdizioni. La logica è quella del Green pass, ma è una cosa che non esiste. Non è nemmeno troppo costituzionale, se vogliamo dirla tutta. Ancora però non ci sono soluzioni. I gestori hanno però necessità di organizzare, e se il 1 luglio non si parte, si perde anche il 2021″.

Sul futuro e anche sul presente, Caminità non risparmia qualche critica: “In Inghilterra hanno fatto concerti di 4000 persone, e non ci sono stati contagi. A piazza Magione o altri luoghi di aggregazione ci sono persone in contatto l’uno con l’altro ma non c’è stata un’esplosione di casi.

Il Ramadan che si è svolto a Palermo qualche tempo fa, alla presenza del sindaco, al Foro Italico, erano distanziati, ok, ma quando è finita tutta la cerimonia c’è comunque stato un aggregamento. Se nello stesso posto mezz’ora dopo dicevano alla gente che non poteva stare, magari poteva venire in mente l’idea che stessero prendendo un poco in giro”.