Nel 2023 la qualità dell’aria in Italia sembra essere migliorata, in particolare per quel che riguarda la concentrazione di polveri sottili e micropolveri. Ancora molto alti i livelli di ozono, soprattutto a causa del caldo estremo enfatizzato dai periodi senza piogge.
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Ieri a Torino il Snpa, Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente, ha presentato il Rapporto Qualità dell’aria in Italia 2023.
Il rapporto decreta il 2023 come l’anno migliore da quando sono disponibili i dati su Pm10 e Pm2, a partire dagli anni Novanta. I valori limite annuali sono stati rispettati, con un calo del 13% per le polveri più sottili, rispetto al periodo 2013-2022. Il valore giornaliero delle Pm10 è stato rispettato nell’89% delle stazioni di monitoraggio. Le eccezioni concentrate soprattutto nell’area nord-est del bacino padano, in parte della conca del Vesuvio e in provincia di Frosinone.
Il biossido di azoto rimane nei limiti, con un calo del 19% del valore annuale rispetto al decennio 2013-2022. Oltre i limiti solo le aree con alti flussi di traffico stradale: Torino, Milano, Brescia, Genova, Bologna, Firenze, Roma, Napoli, Catania e Palermo. Per quanto riguarda l’ozono, nel 2023 l’obiettivo per la protezione della salute umana è stato rispettato solo nel 14% delle centraline, circa 49 su 344.
Per il ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto, “in un quadro di oggettiva difficoltà, le azioni messe in campo stanno portando risultati positivi, si deve quindi perseverare“. All’Europa, ha rimarcato, “non chiediamo sconti, ma vogliamo che si tenga conto della specificità delle singole realtà, e la nostra – quella del bacino padano – ci rende purtroppo molto più vulnerabili rispetto ad altre aree geografiche”.
Il presidente Ispra e Snpa Stefano Laporta, anche lui in collegamento da Roma, ha sottolineato “il quadro sostanzialmente positivo dei dati relativi al 2023, a conferma del trend di generale miglioramento che deve stimolare a proseguire nelle azioni di risanamento“.
Nel futuro – ha aggiunto – ” Sistema Nazionale di Protezione Ambientale sarà chiamato a rafforzare le proprie capacità di analisi sul fronte della composizione chimica del particolato, in quanto recenti studi dell’Oms hanno evidenziato che gli effetti sulla salute non dipendono solo dalle concentrazioni delle polveri sottili, ma anche dalla loro composizione“.