È Bergamo a salire per la prima volta sul gradino più alto del podio dell’indagine del Sole 24 Ore che fotografa il benessere nelle province italiane. Nella top 10 trionfa il Nord-Est. Crollano le grandi città, al netto del nono posto di Bologna. Il Sud rimane tristemente fanalino di coda, con Calabria e Sicilia in fondo alla classifica.
La classifica stilata mostra l’Indagine sulla Qualità della vita e misura il benessere nei territori italiani attraverso 90 indicatori provenienti da fonti certificate e divisi in sei categorie tematiche: ricchezza e consumi; affari e lavoro; giustizia e sicurezza; demografia e società; ambiente e servizi; cultura e tempo libero.
Bene il trend del Pil pro capite, che cresce a Palermo, Messina e Caltanissetta. Il valore tendenziale delle presenze turistiche premia a sorpresa Enna tra i valori più elevati. Ragusa risulta la migliore provincia siciliana, in salita di 5 posizioni, ma si colloca addirittura all’81esimo posto, appena due gradini più su di Catania. Siracusa, al 104esimo posto, la provincia peggiore per la qualità della vita e ultima dell’Isola.
«Le province minori – secondo Il Sole 24 Ore – stanno accrescendo i propri livelli di vivibilità, anche grazie alla maggiore accessibilità di affitti e compravendite, con livelli di ricchezza in crescita nella popolazione. La differenza tra il reddito disponibile, invece, nelle aree metropolitane si sta assottigliando». Il risultato è una polarizzazione nei redditi della popolazione residente nelle grandi città. Ma quali province si distinguono e per cosa lo spieghiamo in questo approfondimento del Quotidiano di Sicilia.
Se rispetto alla classifica finale il Sud ne esce con le ossa rotte, di certo Sicilia e Calabria fanno registrare i valori complessivi più bassi di tutto il Paese. Ragusa è la prima provincia siciliana che si distingue come performance migliore a livello nazionale per le denunce presentate nell’ambito del “riciclaggio e impiego di denaro”; risulta invece al 107esimo posto per l’”uscita precoce dal sistema di istruzione e formazione”, con addirittura un 40% di popolazione “analfabeta, senza titoli di studio, con licenza elementare o media” presente nella fascia d’età 25-49 anni.
Pessima la qualità di vita offerta ai bambini (104esima); se la passano un po’ meglio gli anziani (76esima). Più in generale nelle macro aree, la provincia iblea è 93esima per ricchezza e consumi; 63esima per affari e lavoro; 48esima per giustizia e sicurezza; 38esima per demografia e società; 89esima per ambiente e servizi e 102esima per cultura e tempo libero.
La provincia etnea a trazione femminile. E questo forse il dato più interessante che emerge dalle statistiche che riguardano una crescita esponenziale di addirittura il 12,6% rispetto allo scorso anno delle donne impiegate nella fascia d’età 20-64 anni. Cresce anche il numero di imprese femminili registrate: +0,4%. La migliore performance a livello nazionale viene raggiunta da Catania per l’età media al parto di 31 anni contro i 33 nazionali: un risultato da secondo posto in classifica.
A non passarsela bene sotto l’Etna è il rapporto con l’ecosistema urbana, che come raccontato dal QdS nelle scorse settimane vede Catania come il fanalino di coda italiano. Pessima la qualità della vita di bambini (105esima) e giovani (94esima). Catania è anche 96esima per ricchezza e consumi; 67esima per affari e lavoro; 86esima per giustizia e sicurezza; 50esima per demografia e società; 87esima per ambiente e servizi; 76esima per cultura e tempo libero.
Con la sua 85esima posizione, la provincia di Trapani è quella che cresce di più in Sicilia rispetto al 2023 con un salto in avanti di ben 14 posizioni. Bene l’occupazione femminile e l’impresa, che fanno registrare rispettivamente un +5,2% e un +0,3%. Pessima la qualità di vita per bambini e anziani: 101esima. La provincia trapanese è prima in classifica nazionale per i canoni medi di locazione, che incidono sul 13% del reddito pro capite a fronte di un 27% nazionale.
Tradotto: chi vuole affittare un locale o un appartamento, troverà ottimi prezzi in provincia. Trapani che fa registrare il dato peggiore nazionale nel comparto pagamenti e fatture entro i 30 giorni: 107esima. Ma anche 87esima per ricchezza e consumi; 88esima per affari e lavoro; 69esima per giustizia e sicurezza; 85esima per demografia e società; 62esima per ambiente e servizi; 97esima per cultura e tempo libero.
Il comparto degli affari e del lavoro è sicuramente quello più in difficoltà per la città dello Stretto (101esima), che perde due posizioni rispetto allo scorso anno in classifica generale e fa registrare la penultima performance nazionale per le nuove iscrizioni di imprese alla Camera di Commercio: 106esima.
Messina, a sorpresa, sprofonda di addirittura 22 posizioni anche nel comparto ambiente e servizi (98esima): è la prima provincia isolana per bombe ecologiche presenti. Il trend positivo raggiunto nel comparto della differenziata e una maggiore presenza dei mezzi pubblici non bastano ad arginare le perdite. Messina non è “Un paese per vecchi”, citando il film dei fratelli Cohen, con la sua 106esima posizione. Non va meglio ai giovani: 102esima.
La città è anche 91esima per ricchezza e consumi; 67esima per giustizia e sicurezza; 82esima per demografia e società con un risultato sorprendente per cultura e tempo libero che valgono il 55esimo posto e un +16 posizioni sull’ultimo rilevamento.
Dal 96esimo al 98esimo posto in classifica generale sono presenti le tre province siciliane che fanno registrare performance molto in chiaro scuro in svariati settori. Agrigento è una delle province che cresce di più per occupazione femminile (+13,5%), ma perde due posizioni sullo scorso anno. Tracollo all’ombra dei templi per il settore “cultura e tempo libero (101esima, -21 posizioni). Nonostante il 30esimo posto nazionale, crolla di bene 17 caselle il settore della giustizia e sicurezza. Tra i miglioramenti più marcati quello riguardante affari e lavoro (62esima), in recupero di 41 posizioni.
Enna è una delle province che perde maggiormente rispetto allo scorso anno (-7 posizioni) e subisce un tracollo per il comparto giustizia e sicurezza (-42 posizioni), ma è anche una delle province italiane che migliorano maggiormente nel settore affari e lavoro (32esima, +54 posizioni). Enna è però ultima in Italia per i valori relativi a cultura e tempo libero (107esima, -17 posizioni) e terz’ultima per livello di nascite (105esima). Ultima anche per densità di impianti fotovoltaici, con la provincia ancora indietro rispetto a una vera transizione green. Curiosa la statistica che vale il terzo posto in classifica: Enna è terza per la percentuale di amministratori comunali con meno di 40 anni.
A Caltanissetta si registra una variazione interessante del +4% del Pil pro capite su rilevazione annua che vale la seconda posizione nazionale in graduatoria e +8 posizioni in classifica. Ma al tempo stesso la provincia è ultima per tasso di mancata partecipazione al lavoro con un 42% a fronte di una media nazionale del 15%. La ricchezza cresce dunque in proporzione, ma non viene adeguatamente ridistribuita tra la popolazione.
La provincia nissena è poi 101esima per la qualità di vita offerta ai giovani, ma anche qui è in crescita l’occupazione femminile (+11,5%). Caltanissetta è l’unica provincia siciliana che cresce in tutti gli indicatori. È 83esima per ricchezza e consumi (+3 posizioni); 106esima per affari e lavoro (+1); 56esima per giustizia e sicurezza (+3); 101esima per demografia e società (+1); 78esima per ambiente e servizi (+21); 94esima per cultura e tempo libero (+11).
Il capoluogo di regione è a sorpresa la prima città italiana per crescita pro capite del Pil con oltre il 4% e 17 posizioni non a caso guadagnate nel comparto affari e lavoro. Ma i dati positivi, se non si esauriscono qui, poco ci manca. Perché la provincia perde 5 posizioni sul 2023 e decresce per gli ambiti di giustizia e sicurezza (100esima, -21 posizioni), facendo registrare il peggior piazzamento nazionale per percentuale di indifferenziata.
Cresce anche qui del 5,1% l’occupazione femminile e migliora la macro aree relativa a cultura e tempo ibero, che guadagna 8 posizioni e si attesta al 69esimo posto nazionale. Palermo è però penultima in Italia per il settore ambiente e servizi e 101esima per ricchezza e consumi. Recupera anche 4 posizioni (55esima) per demografia e società. Crollano di oltre il 15% i canoni di locazione degli appartamenti del capoluogo.
La provincia aretusea è il fanalino di coda regionale e non a caso lo è anche a livello nazionale. Come Catania, Siracusa si distingue in positivo per l’età media al parto più bassa d’Italia (31 anni) e per la crescita di impiego femminile (+5,7%). Ma anche in questo caso gli altri aspetti positivi sono difficili da rintracciare a fronte di un 104esimo posto nazionale che si riconferma anche per quest’anno. Peggiorare era difficile.
Siracusa è infatti 103esima per ricchezza e consumi (-5 posizioni); addirittura 104esima per affari e lavoro e per ambiente e servizi. Migliorano gli aspetti legati a giustizia e sicurezza (73esima) e demografia e società (77esima). Tracollo per il comparto di cultura e tempo libero (91esima), nel quale perde 17 posizioni. Risultato curioso per una provincia amatissima dai turisti ma evidentemente non valorizzata a dovere al pari di Agrigento, capitale della cultura 2025.
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