Sanità

Qualità vita, Nord pigliatutto, penalizzato solo il Meridione

Qualcuno dirà che non c’è nulla di nuovo ma soltanto un’ulteriore conferma: nel Nord Italia si vive meglio che al centro e al Sud.

Un gap che si conferma praticamente in tutti diversi ambiti presi in esame nella classifica annuale di ItaliaOggi e Università La Sapienza di Roma, in collaborazione con Cattolica Assicurazioni, giunta alla sua ventunesima edizione che quest’anno vede al primo posto, per qualità della vita, Trento e all’ultimo Agrigento.

Un gap che non solo non è stato annullato, ma è stato aggravato dal sistema del cosiddetto Federalismo Fiscale approvato sotto il Governo Berlusconi del 2010 con una legge che porta la firma del leghista Roberto Calderoli.

In numerose puntate di Report e nel libro “Zero al Sud” è stato dimostrato come il sistema abbia pesantemente inciso sull’economia del Mezzogiorno e dunque sulla qualità della vita dei suoi abitanti.

Eppure i dati del rapporto dimostrano che nel 2019 la qualità della vita in Italia è complessivamente migliorata.

Ma non al Sud, come detto. E di questo dobbiamo ringraziare la Lega Nord.

Oggi sono 65 su 107 le province italiane in cui la qualità di vita è buona o accettabile: un dato che risulta il migliore degli ultimi cinque anni.

Le prime dieci province in testa alla classifica per qualità della vita appartengono, ancora una volta, al Nordest o al Nordovest: dopo Trento, ci sono Pordenone, Sondrio, Verbano-Cusio-Ossola, Belluno, Aosta, Treviso, Cuneo, Udine e Bolzano, che scende dal primo al decimo posto rispetto al 2018.

Per incontrare le prime province del Sud bisogna scorrere la classifica fino ad arrivare al 69 e al 70 posto, dove compaiono le lucane Potenza e Matera.

Nel Mezzogiorno e nelle Isole, il buon vivere è ancora un miraggio: in 35 province su 38 la qualità della vita è risultata scarsa o insufficiente (nelle rimanenti tre è accettabile).

Il che significa, in termini di popolazione, che il 44% degli italiani vive con una qualità di vita insoddisfacente. Al contrario, nel Nordest, in 22 province su 22 la qualità della vita è buona o accettabile, in nessuna scarsa o insufficiente.

Nel Nordovest, la qualità è buona o accettabile in 23 su 25 province (solo in due scarsa).

Nell’Italia Centrale si registra una situazione stabile: in 14 su 22 la qualità della vita nel 2019 è accettabile.