Il treno del Draghi Express è partito, c’è chi sale e chi è rimasto in stazione. L’Effetto Draghi sarà dirompente sui partiti dello scenario italiano. Tutti, chi prima o chi poi, si frantumeranno.
Hanno cominciato con le scissioni Leu e movimento 5stelle, che erano i soggetti più a rischio, ma gli altri seguiranno a breve. Soprattutto quando Draghi prenderà chiare prese di posizione su scelte di politica economica, fiscale, sociale.
Era un processo inevitabile. Venticinque anni di cultura maggioritaria avevano fatto crescere le disomogeneità nelle coalizioni e nei partiti. Per vincere, e non per rappresentare, ogni gruppo politico teneva insieme tutto ed il suo contrario.
L’esempio tipico è quello dei 5stelle, l’ultimo partito della seconda repubblica, ma anche gli altri non derogavano da questa linea. Tenere insieme Giorgetti e Salvini è un ossimoro, come è quello di Franceschini e Orlando. La cultura maggioritaria imponeva ai partiti di essere un microcosmo del genere umano. Le identità si liquefavano, non avendo i sistemi elettorali di questi anni più il fine della rappresentanza ma il mito della governabilità.
Un mito di Icaro, visto che il paese è andato indietro su tutto per inseguirlo. Esempio lampante di questa cultura fu la nascita al Lingotto del PD. Un partito che rappresentava l’essenza del maggioritario. Un partito in cui si poteva affermare tutto ed il suo contrario. Macaluso disse che era un partito privo di cultura politica, ma che era esclusivamente la fusione a freddo di due residuale classi dirigenti. Un’operazione di sopravvivenza.
Con il vecchio sistema proporzionale della prima repubblica ognuno votava il partito e la persona, con le preferenze, che sceglieva. E con quel sistema politico siamo diventati la quinta potenza mondiale. Oggi mendichiamo un posto nel G20, senza un’idea di paese e di futuro se non una decrescita infelice.
E da un paese in declino scappa il capitale umano. Discorso centrale del programma di Draghi sulla Ricostruzione. Giovani e donne, il capitale umano da recuperare e su cui investire.
I partiti che si scomporranno hanno una sola via di fuga per dichiarare un’esistenza in vita. Votare una legge elettorale proporzionale pura, senza premi di maggioranza, con un sistema chiaro di scelta dei rappresentanti. Questo riporterà al centro del dibattito politico idee ed identità, il chi sta con chi sarà susseguente. Probabilmente nasceranno, se ci sarà una soglia di sbarramento adeguata, nuove formazioni politiche.
Nel frattempo i residuati prigionieri politici del fallimento, conseguente all’arrivo di Mario Draghi, salgono su quell’ultimo Treno per Yuma. La seconda repubblica è definitivamente uscita di scena con la fiducia al nuovo premier.
La terza deve ancora nascere, si spera.
Gatto Silvestro