Trattasi di sindrome politico sociale da semestre bianco. Quest’anno XFactor su Sky non tira tanto, sarà per la giuria, per le selezioni musicali, perché non c’è più Cattelan, non si sa. Ma è partito il nuovo format Social Media per il vincitore del concorsone Quirinale. Il vincitore vince una magione di grandi dimensioni su un noto colle romano, dotato di giardini sufficienti per ospitare party all’aperto, servizio di portierato in alta uniforme. Inoltre ci sono alcuni fringe benefits molto interessanti.
Puoi decidere il Presidente del Consiglio e tutti i ministri, puoi apporre o rifiutare la firma su tutti i decreti e le leggi, puoi sciogliere le camere se fanno troppo casino e non riesci a guardarti in santa pace Uomini&Donne di Maria de Filippi.
Altre attività accessorie sono la presidenza del Consiglio Superiore della Difesa, la nomina di una buona parte della Corte Costituzionale, e la presidenza di quell’asilo Mariuccia di dispetti e sospetti che è diventato il CSM.
La gara per la conquista del quirinale è partita da un paio di mesi, i fans si sono divisi in contrade come per il palio di Siena, solitamente si gioca a disarcionare gli avversari. Il fantino più in voga è tale Aceto-Renzi, ne ha gia abbattuti di cavalli nemici, soprattutto uno di Bologna. Di cavalli di razza in pista ce ne sono, ma anche puledre.
I due più quotati sono il preferito degli Italiani, Mario Draghi, ed il Cavaliere del centrodestra Berlusconi, nell’ombra delle guglie di Notredame Madama, trama e sospira Pierferdinando Casini. Poi ci sono le Donne in primis la Cartabia, ma anche Bonino e Belloni, figure femminili molto quotate all’Estero.
Poi ci sono gli Outsider, quelli che spuntano all’ultimo minuto nei veti incrociati dopo che i franchi tiratori hanno abbattuto i favoriti. Come fu per Scalfaro, dopo aver silurato Andreotti e Forlani, o per Pertini che fregò un gigante come Moro.
Ad oggi il favorito è Draghi, il Dear Mario Nazionale, che alla fine è pure il candidato dello sfidante, forse di bandiera, Berlusconi. Ma i poveri parlamentari, soprattutto quelli che il seggio se lo possono solo sognare in futuro, temono che se si eleggesse l’attuale Premier le Camere verrebbero sciolte ed addio Roma.
Tranquilli questa possibilità è remota. Intanto ci sono da spendere i soldi del PNRR e poi la quarta ondata farà perdurare lo stato di emergenza almeno fino a giugno. Poi arriva il Generale Estate e votare prima di una finanziaria non è cosa dabbene.
Pertanto si arriverà con un nuovo governo, di breve durata, che avrà ampia fiducia, sino alla fine della legislatura.
I partiti vecchi, e pure quelli nuovi, non sono pronti. Han bisogno di tempo per le faccende domestiche.
Cosi è se vi pare.
Giovanni Pizzo