Cronaca

Ragusa, carte di credito e trasferimenti illeciti denaro all’estero, dieci indagati

Dieci avvisi di conclusione delle indagini sono stati notificati dai militari del Comando provinciale della Guardia di finanza di Ragusa ad altrettanti cittadini extracomunitari per associazione a delinquere finalizzata all’esercizio abusivo di intermediazione finanziaria, servizi di pagamento, rimessa di denaro e utilizzo fraudolento di carte di credito. 

Le indagini condotte dal Nucleo di Polizia economico finanziaria di Ragusa e avviate nel 2017, hanno permesso accertare l’esistenza nel Ragusano di un gruppo criminale composto esclusivamente da tunisini dedito all’attivazione di carte di credito prepagate per il contestuale trasferimento di ingenti somme all’estero, dell’ordine di diverse centinaia di migliaia di euro, mediante utilizzo di piattaforme informatiche con l’obiettivo di disperdere la tracciabilità dei flussi finanziari.

Gli indagati, spiegano gli investigatori delle Fiamme gialle coordinati dal sostituto procuratore Santo Fornasier, hanno offerto alla folta comunità di connazionali he risiedeva a Santa Croce Camerina e nelle zone limitrofe, servizi di intermediazione finanziaria e, in particolare, raccolta di denaro e cambio di valuta, utilizzo indebito di carte prepagate intestate a terzi che veniva effettuata mediante il calcolato frazionamento dei versamenti in contanti, mantenuti, in tal modo, al di sotto delle soglie antiriciclaggio; trasferimento all’estero delle rimesse di danaro recapitate in Tunisia, in moneta locale, in favore dei beneficiari indicati dallo stesso remitter; concessione di finanziamenti consistente nella erogazione di crediti a titolo oneroso e gratuito con l’aggravante di aver commesso i fatti avvalendosi del contributo di un gruppo criminale organizzato impegnato in attività criminali in più di uno Stato.

Dalle indagini è emersa l’incoerenza tra i volumi finanziari scambiati, per diverse centinaia di migliaia di euro, e il profilo economico degli indagati, legati tra loro anche da rapporti di parentela.

“In buona sostanza, gli indagati avevano ideato e costituito un sistema finanziario e creditizio parallelo rispetto a quello legale – spiegano le Fiamme gialle -, in grado di gestire e trasferire all’estero una ingente provvista di denaro, non consentendo la necessaria tracciabilità per stabilirne la reale natura, origine e destinazione effettive”.