Ragusa

Ragusa, Corfilac, i sindacati tornano in campo

RAGUSA – “Al di là di un contributo economico annuo, molto al di sotto di quello realmente occorrente nulla abbiamo visto. L’Ente lo si è lasciato lì, a garantire soltanto il minimo indispensabile, ma nessun rilancio. Anzi”. I sindacati tornano a parlare del Corfilac e della sua ripresa: i segretari di Flai Cgil e Uil Fpl, Salvatore Terranova e Ivan Accetta chiedono da anni il rilancio dell’ente ibleo, prima a Crocetta, poi a Musumeci. Ma nulla è cambiato.

“Al governo attualmente in carica – hanno sottolineato gli esponenti dei due sindacati – abbiamo sollecitato la stessa attenzione per il rilancio, consapevoli che un ente di tal fatta non può essere considerato un carico di cui liberarsi, semmai una importante risorsa da mettere a frutto per il territorio. Anche qui, sino ad ora, nulla, precarietà nel contributo economico e nessun piano di rilancio. Per rendere più edotta la Regione siciliana sulla reale condizione del Corfilac abbiamo affrontato, su nostra richiesta, la problematica in Commissione regionale Attività produttive, che ha visto, terminata la seduta, il presidente della commissione assumere questi salienti impegni: la convocazione congiunta delle due commissioni interessate, Attività produttive e Bilancio, per individuare la dotazione economica per il 2021, con la speranza di ottenere un congruo contributo alle finalità dell’ente; l’istituzione di un tavolo tecnico regionale all’assessorato all’Agricoltura per avviare il confronto tra le parti, finalizzato alla riorganizzazione dell’ente, partendo dalla definizione del modello contrattuale da adottare per i dipendenti”.

Da Palermo, però, dopo un mese, non è giunto ancora nessun riscontro. “Sulle società partecipate – hanno aggiunto Terranova e Accetta – il governo regionale è rimasto al palo ed è possibile che scadrà la legislatura senza novità in termini di riforma. Speriamo almeno che sul Corfilac vi sia un salto, uno slancio, un sussulto di attivismo per dare una risposta risolutiva al malessere che si riflette negativamente sul territorio siciliano e sulle sue imprese che del nostro Ente hanno un gran bisogno”.

In questo momento non si sa conosce ancora l’impegno economico che la Regione apposterà nel bilancio previsionale 2021 e quindi l’Ente da un lato non può pianificare nessuna attività ma dall’altro deve necessariamente rimodularsi per continuare a sopravvivere.

“Vi è da mettere in sicurezza gli stipendi dei dipendenti – hanno aggiunto gli esponenti di Flai Cgil e Uil Fpl – la tenuta delle attività fondamentali, la definizione del modello contrattuale da adottare, la programmazione degli interventi riguardanti la filiera lattiero-casearia. Pensiamo che la riorganizzazione interna dell’ente di ricerca passi dal coinvolgimento dell’assessorato all’Agricoltura attraverso la richiesta istituzione del tavolo tecnico regionale”.