Il fenomeno del randagismo rientra tra le piaghe sociali che affliggono il Belpaese. Nonostante l’intervento dello Stato tramite l’istituzione di leggi volte a tutelare il benessere degli animali e scoraggiare gli abbandoni, in tutte le Regioni e Province autonome d’Italia tale problematica risulta essere ancora fortemente radicata.
Scorrendo i dati 2020 trasmessi dalle amministrazioni regionali al Ministero della Salute sul numero di ingressi dei randagi nei canili e quelli riguardanti adozioni e gatti sterilizzati, salta all’occhio e lascia riflettere – tra tutti – la mancata comunicazione (N.P.) effettuata dalla Regione Siciliana, probabile testimonianza di un dramma ancora dilagante.
Sono diverse le cause che alimentano la popolazione randagia. Prima fra tutte l’abbandono, seguita dalla mancata sterilizzazione la cui diretta conseguenza è la nascita di cuccioli da madre randagia. Alla base vi è un problema di cultura: sono ancora tante le persone che considerano cani e gatti come oggetti di cui disfarsi facilmente da un giorno all’altro o che evitano di sterilizzare i propri amici a quattro zampe e, nel peggiore dei casi, abbandonano i cuccioli da essi partoriti in strada o nei cassonetti.
LE LEGGI A TUTELA DEGLI ANIMALI
Nel corso degli anni – a partire dal 1991 – lo Stato ha tentato di arginare il fenomeno del randagismo tramite la promulgazione di apposite disposizioni legislative. A disciplinare “la tutela degli animali di affezione”, la legge quadro n. 281 del 14 agosto 1991, appositamente ideata, tramite il divieto di soppressione e maltrattamento degli animali e con l’affido all’autorità competente dell’attività di sterilizzazione. A tale legge si deve, inoltre, l’introduzione dell’anagrafe canina, di un programma di formazione e informazione sul fenomeno del randagismo e delle sanzioni amministrative da applicare a coloro che si rendono colpevoli di abbandono del proprio animale domestico – divenuto illecito penale con la modifica nel 2004 dell’articolo 727 del codice penale -, omissione dell’iscrizione all’anagrafe canina e commercio illegale di cani e gatti. In attuazione della legge 281/1991, la Regione Siciliana ha a sua volta promulgato, nel 2000, la legge regionale n. 15, disponendo “l’istituzione dell’anagrafe canina e norme per la tutela degli animali di affezione e la prevenzione del randagismo”.
L’INIZIATIVA DEL COMUNE DI CATANIA
Dati allarmanti hanno spinto il Comune di Catania a ideare e lanciare un’iniziativa che, tramite l’istituzione di un vero e proprio registro, mira ad accreditare associazioni o singoli volontari interessati ad affiancare il Comune nella lotta al randagismo.
Nominato assessore alla tutela e al benessere degli animali a fine 2019, Michele Cristaldi ha subito potuto constatare la gravità della situazione: “Abbiamo trovato nei rifugi convenzionati quasi 1.500 cani, lo scorso dicembre siamo arrivati a 1.230. Solo nel 2020 i cani dati in adozione sono stati 120, ai quali vanno sommati quelli fatti adottare da associazioni e volontari e i cuccioli che non facciamo neppure transitare dalle strutture. Un numero destinato ad aumentare, considerando l’accalappiamento di cani morsicatori o animali oggetto di sequestro o di ordinanze, siamo riusciti a fare in modo che diminuisse”, descrive così il contesto nel quale l’assessorato sta operando.
“Il primo problema da combattere – spiega l’assessore Cristaldi – è di tipo culturale: la gente deve capire che l’animale è un essere vivente e se ti assumi questa responsabilità devi portarla a termine. Fondamentale nel raggiungimento di questi obiettivi è il lavoro svolto, in collaborazione con il Comune, dalle associazioni. Proprio per questo a inizio anno abbiamo lanciato l’iniziativa. Essa prevede la registrazione – sulla piattaforma dedicata ‘Catania Semplice’ inserita sul sito web istituzionale, ndr – delle associazioni che intendono collaborare con il Comune, viene sottoscritto un codice comportamentale e a fine anno, entro il 31/12, ogni associazione aderente dovrà presentare al Comune una relazione nella quale dovrà riportare il lavoro da essa svolto nei dodici mesi”.
Un modo, questo, per combattere il fenomeno del randagismo e per “valorizzare chi realmente si impegna e si spende per la causa”. L’iniziativa non si ferma qui: “Stiamo lavorando per migliorare ulteriormente questi numeri. Il sindaco Pogliese ha mostrato grande attenzione e mi ha dato uno specifico mandato di aumentare e intensificare tutte le azioni utili ad arginare e combattere il fenomeno del randagismo. Sul sito vi è una sezione dedicata agli amici a quattro zampe dove è possibile segnalare presunti maltrattamenti, richiedere l’adozione di cani o gatti randagi, dichiarare il ritrovamento o richiedere l’affidamento di cani o gatti così da velocizzare tali pratiche”.
IL LAVORO DELLE ASSOCIAZIONI SUL TERRITORIO SICILIANO
Un importante lavoro sul territorio siciliano viene svolto dalle associazioni animaliste. Queste, avvalendosi dell’aiuto e dalla passione di volontari, si adoperano tra mille difficoltà affinché nessun randagio paghi con la propria vita negligenze altrui e trovi una famiglia pronta ad accoglierlo e a regalargli un futuro più roseo. Al fine di comprendere dall’interno il fenomeno del randagismo abbiamo raccolto le testimonianze di alcune di queste associazioni.
IL CONTRIBUTO DELL’ENPA PER LA STERILIZZAZIONE DEGLI ANIMALI
Operante a livello nazionale e attiva anche in Sicilia, con 18 sezioni e altrettante delegazioni, si inserisce l’Ente Nazionale Protezione Animali (ENPA), la più antica e tra le maggiori associazioni animaliste italiane. A parlarci del lavoro svolto da ENPA sull’isola la prof.ssa Paola Tintori, Tesoriera Nazionale ed ex referente per la Regione Siciliana: “L’ente propone dei progetti di sterilizzazione ai Comuni così da tamponare il problema.
Nello specifico ENPA aiuta a sterilizzare sia i cani comunali, andando in soccorso alle Asl qualora ce ne fosse di bisogno, sia i cani dei privati, attraverso il progetto ‘Meticci di famiglia’: ciò significa che il costo dell’intervento chirurgico non graverà interamente sulle tasche del proprietario ma verrà diviso tra Comune (se partecipa), ENPA e proprietario.
L’ente mette a disposizione delle proprie sezioni e delegazioni un piccolo budget da utilizzare per pagare i veterinari che effettuano gli interventi per la sterilizzazione dei cani o gatti. Questi progetti sono stati effettuati in diverse zone siciliane, quali Ragusa, Siracusa, Trapani, Carini, Catania, Messina. ENPA si impegna ad aiutare i randagi anche facendosi carico di spese per l’acquisto di mangime, antiparassitari, per le spese veterinarie e per effettuare quegli interventi chirurgici gravi che i Comuni non effettuano”.
IL LAVORO DELLE ASSOCIAZIONI A CATANIA E PROVINCIA
A Catania, al fine di contribuire ad arginare il fenomeno del randagismo e aiutare gli animali in difficoltà, il dott. Mauro Mazzari ha affiancato al suo ambulatorio veterinario l’Associazione Soccorso Animali. “Inizialmente pensavo a quegli animali reduci da un trauma e mi ero dotato di una ambulanza che ha funzionato per un po’. Erano più i privati a contattarmi per soccorrere il cane e/o il gatto traumatizzato, ai quali riuscivamo – dopo averli curati – a trovare una famiglia”.
L’associazione del dott. Mazzari offre una prima visita gratuita utile a curare eventuali ferite e verificare lo stato di salute del randagio, “salvo situazioni più complesse ove è richiesto un intervento chirurgico o delle radiografie in quanto non abbiamo aiuti economici tali da poter farci carico di spese simili. Facciamo quello che possiamo”.
Il passo successivo è la ricerca di una famiglia: “Trovare un padrone ai randagi non è semplice perché l’offerta è molto superiore alla domanda. Inoltre, è opportuno far capire alle persone che l’adozione di un cane o di un gatto è un impegno che dura una vita, come un matrimonio. L’emozione non deve durare pochi giorni. È importante preparare queste persone e, tramite alcune domande, cercare di capire la reale predisposizione e la consapevolezza dell’atto che si sta compiendo. Il padrone diviene una figura di riferimento per l’animale”.
A PATERNO’ L’ASSOCIAZIONE UNITI PER GLI ANIMALI (UPA)
Nel territorio di Paternò opera, dal 2013, l’associazione Uniti Per gli Animali (UPA). Essa può contare sull’ausilio di 16 volontari di cui 7 pienamente operativi e quotidianamente presenti e su una sede a Catania gestita per delega. La struttura è oggi radicata anche sul territorio nazionale, in quanto vanta sedi, oltre che in Sicilia, in Toscana, Lazio e Marche.
“Nel paternese il randagismo è un vero dramma – ci spiega il presidente UPA Giuseppe Panassidi -. Grazie al lavoro svolto dalle varie associazioni, sono stati sterilizzati a Paternò, dal 2012 a oggi, circa 1.400 cani e ne sono stati adottati quasi 2.000.
Il volontario è però ormai stanco di dover gestire il rapporto con le istituzioni: dal 2013 a oggi – racconta Panassidi riferendosi all’esperienza dell’associazione UPA – operiamo secondo accordi gestiti e definiti tra associazioni e Comune di Paternò, Ufficio Tutela Animali secondo la legge 15/2000, cui si aggiunge un protocollo d’intesa stipulato tra l’associazione UPA e lo stesso Comune. Quest’ultimo ha adempiuto solo in parte, tramite la fornitura del cibo secco necessario al mantenimento degli animali – esclusi quindi antiparassitari e farmaci -, a partire da marzo 2020.
Nel periodo precedente le forniture spettanti, per legge e secondo il protocollo d’intesa, al Comune sono state insufficienti al mantenimento degli animali nostri ospiti”. Nonostante ciò l’associazione ha continuato la propria missione: “Gestiamo i cani sia sul territorio, cosiddetti cani di quartiere, sia in stalli privati sia all’interno della nostra struttura – un ex macello ndr – messa a disposizione da diversi anni dal Comune. In questo momento abbiamo 8 cani in struttura; 7 cuccioli in stalli privati e 6 seguiti sul territorio. Inoltre stiamo gestendo diverse colonie feline. In particolare stiamo cercando, grazie anche all’ausilio dell’Asp, di far riconoscere al Comune queste colonie cosicché possano poi essere seguite. Abbiamo tante richieste di adozione, in media un cucciolo di circa 4-5 mesi trova casa in 2-3 mesi. Un cane adulto, soprattutto se prima deve essere curato oltre che conosciuto da noi volontari, trova famiglia anche dopo un anno o due”.
A raccontarci una tipica giornata in associazione, una volontaria UPA, Annarita Lo Cicero: “La giornata di un volontariato è come tante altre, solo più ricca d’amore. Ogni giorno un incaricato volontario svolge tutti i compiti necessari al benessere degli animali, ossia pulizia dei box, cambio dell’acqua, cibo, cure e tante ma tante coccole. Queste sono esperienze uniche, che ti fanno crescere, ti aiutano ad essere più forte, a toccare con mano la sofferenza e a cercare di fare sempre di più per aiutare chi è più debole di noi. Se avete la possibilità di aiutare il prossimo fatelo, perché non c’è cosa più bella che vedere la gioia nei loro occhi”. Infine l’appello: “Se trovate un animale ferito, segnalatelo alle autorità competenti”.
CERCANO FAMIGLIA
Gatta nera, età apparente 2 anni, si è smarrita o è scappata o è stata abbandonata in zona viale Mario Rapisardi, a Catania. Trovata già sterilizzata, adesso si trova presso l’Associazione Soccorso Animali e cerca famiglia.
Rocco, nato a dicembre 2015, è un cane di ottima compagnia, amante delle coccole e giocherellone. Taglia grande. Attualmente ospitato da UPA, è adottabile in tutta Italia.
Torbetto, nato a giugno 2017, ha già dovuto affrontare delle grandi prove per sopravvivere. Aiutato dai volontari UPA, è adesso in salute e cerca una famiglia pronta ad accoglierlo. Adottabile in tutta Italia.
Deena, nata a maggio 2014, è una forza della natura, dolce e con tanta voglia di evadere da quel box per esplorare il mondo esterno. In attesa di una famiglia che voglia prendersene cura, viene ospitata dall’associazione UPA di Paternò. Adottabile in tutta Italia.
Alessandra La Farina