Ragusa

Randagismo, riflettori puntati sul fenomeno a Ragusa

RAGUSA – Nelle ultime settimane è stato un susseguirsi di notizie in merito al fenomeno del randagismo nella città capoluogo. Riguardo alla questione si sono espressi tutte le forze politiche chiedendo lumi all’attuale amministrazione Cassì, la quale in campagna elettorale aveva annunciato delle politiche attive per arginare il fenomeno.

Branchi di cani randagi segnalati a Ragusa

Branchi di cani randagi, infatti, sono stati segnalati in diversi punti della città di Ragusa: viale dei Platani, che causano difficoltà nella circolazione stradale, Villa Boscarino, via Ettore Fieramosca e in altri punti densamente abitati. Per questo Movimento 5 Stelle, Fratelli D’Italia e Giovani Democratici hanno a più riprese denunciato il fenomeno, chiedendo di porre rimedio alla questione in modo da arginare i numerosi problemi legati alla circolazione dei mezzi e di pedoni.

Come Quotidiano di Sicilia abbiamo voluto approfondire la questione sentendo direttamente Andrea Distefano, assessore delegato alla tutela degli animali. Con Distefano abbiamo cercato di capire cosa intende fare l’amministrazione ragusana in merito.

Andrea Distefano: “Molti randagi già microchippati”

“È stata posta particolare attenzione alle aree a rischio, tutte già individuate e note all’Amministrazione, prova ne è che molti randagi risultano regolarmente microchippati, sterilizzati e reimmessi, così come prevede la Legge Regionale n.15/22. Le aree “Tabuna” e “Zona Artigianale”, ad esempio, sono state al centro di numerosi interventi, alcuni dei quali tuttora in corso, sia per evitare accumuli di cibo depositato da volontari che genera problemi di sporcizia, sia per la cattura con l’apporto della ditta “Pensieri Bestiali”, incaricata dall’Ente” spiega fin da subito Andrea Distefano.

Inoltre, l’assessore al ramo sottolinea come non si tratta di operazioni semplici, vista la vastità e la conformazione delle aree interessati dall’emergenza randagi. A questo va aggiunto la diffidenza degli animali. Si tratta di elementi oggettivi che complicano la gestione del fenomeno. Nelle ultime settimane i giovani democratici, intervenendo sulla questione, in una nota stampa chiedevano delucidazioni all’amministrazione comunale in merito ai buoni propositi presentati in campagna elettorale al fine di trovare una soluzione alle difficoltà segnalate dai cittadini.

“Le polemiche politiche – chiarisce subito Distefano – non ci interessano, né sentiamo l’esigenza di replicare a mezzo stampa ma con le azioni. In queste settimane stiamo ripetutamente incontrando le Associazioni per la protezione degli animali presenti in ambito provinciale. Lavoriamo insieme per individuare e concordare le prossime misure ed è in fase di redazione, da parte del nostro Ufficio Tutela Animali, una bozza di “Convenzione” e relativo “Avviso Pubblico di Manifestazione di Interesse”, per promuovere attività di prelievo, cura, reimmissione”. Il Comune, inoltre, sta lavorando per realizzare delle iniziative di sensibilizzazione per dare maggiore visibilità ai cani del nostro rifugio e per favorire la loro adozione.

Senza dubbio, il Comune di Ragusa sta cercando di rispondere con tutti i mezzi possibili all’emergenza randagi, cercando anche di porre rimedio alle difficoltà che migliaia di cittadini ragusani vivono ogni giorno, anche in una banale passeggiata. All’Assessore inoltre abbiamo chiesto come intende spendere i 60.049,86 euro assegnati dalla Regione per la prevenzione e il ricovero dei cani randagi.

“La somma assegnata con decreto dalla Regione non rappresenta una nuova entrata ma un ristoro parziale – commenta Andrea Distefano – per le spese sostenute per la lotta al randagismo nel 2023, e contribuirà ai medesimi scopi”. Ricordiamo che il Comune di Ragusa nel 2023 ha speso ben 229.986,13 per la gestione del fenomeno. “Ci tengo a ribadire un principio: non consideriamo i cani un oggetto o peggio ancora “uno scarto” ma esseri viventi che vanno gestiti e tutelati esattamente come prevede la legge, procedendo con la reimmissione sul territorio nei casi di animali sani e non pericolosi. Solo accompagnando le politiche di lotta al randagismo con quelle di tutela potremo trovare il giusto equilibrio” conclude Andrea Distefano.

Certamente non bisogna abbassare la guardia sul fenomeno. Quanti hanno a cuore il bene comune e il benessere della città fanno bene a segnalare i problemi perché chi amministra si possa attivare sempre in meglio e arginare le difficoltà. Il fenomeno del randagismo non è risolvibile solo a parole, occorrono i fatti e l’amministrazione sembra intenzionata a realizzarli.