Dati estremamente incoraggianti quelli rielaborati dal Ministero del Sud su quelli forniti dal dicastero dell’Economia riguardanti l’impatto sul Prodotto interno lordo italiano e su quello del Mezzogiorno delle misure e delle riforme previste nel Piano nazionale di ripresa e resilienza con i 221 miliardi di euro del Recovery fund.
Impennata del Pil del Sud
Secondo queste stime, il Pil del Sud crescerà nel quinquennio 2021-2026 del 22,4% rispetto al valore del 2020.
“L’impatto del Pnrr – si legge in una nota del Ministero per il Sud e la Coesione territoriale – sulla crescita del Pil nazionale nell’arco dei cinque anni sarebbe del 15,3% (per il Centro-Nord sarebbe del 13,2%). Oggi il Pil del Mezzogiorno rappresenta il 22,7% di quello nazionale; nel 2026, se le misure del Piano saranno pienamente applicate, il Pil del Mezzogiorno costituirà il 24,1% del Pil nazionale”.
L’Europa “tifa” Mezzogiorno
Insomma, sarebbe raggiunto l’obiettivo indicato all’Italia dall’Europa: secondo Bruxelles, infatti, che “tifa” per il Mezzogiorno, l’economia italiana non potrà mai realmente svilupparsi se non si svilupperà quella del Sud. Per questo il 40% dei fondi del Recovery, che ammonta complessivamente a oltre 221 miliardi di euro, è stato destinato esclusivamente al Meridione.
E questo per ridurre, come chiesto dall’Europa, il gap con un Nord fino a oggi predatorio, come sancito dal rapporto 2020 di Eurispes che parlava di “rapina” di 840 miliardi (quattro volte tutti i fondi del Recovery) in diciassette anni dopo il 2000.
Le stime del Pil quinquennale
Questo, secondo il dicastero per il Sud, l’impatto del Pnrr sul Pil italiano:
Questo invece l’impatto sul Pil del Mezzogiorno:
E questo, infine, l’impatto sulla crescita nel quinquennio:
Carfagna, sfruttare le opportunità
“Le proiezioni sulla ricaduta degli investimenti per il Sud del Pnrr – ha commentato la ministro del Sud Mara Carfagna – confermano un dato rilevantissimo: nei prossimi cinque anni, per la prima volta dagli anni Settanta, si avvierà un processo di convergenza tra Sud e Centro Nord”.
“Credo che questi numeri – ha aggiunto – debbano incoraggiare tutte le amministrazioni meridionali a sfruttare al massimo le opportunità che offre il Pnrr: il raggiungimento dell’obiettivo dipende, adesso, dalle energie e dalle competenze che tutti i soggetti realizzatori sapranno mettere in campo”.
Verso un’inversione di tendenza
“Sono convinta – ha concluso – che le tabelle sul Pil chiudano ogni polemica sulla quantificazione e la qualità degli interventi, che non solo sono percentualmente rilevanti (40% del totale, tra l’altro incrementabile), ma sono anche finalizzati in modo da realizzare un’inversione di tendenza che i cittadini meridionali attendono e invocano da anni”.