Ambiente

Recovery Plan in Sicilia, Legambiente boccia proposte Regione

Il Recovery Plan per l’Italia, di 222 miliardi di euro, avrà lo straordinario compito di rendere il Belpaese più green, più innovativo e più inclusivo. E Legambiente lancia alcune proposte, anche per la nostra regione. Gianfranco Zanna, presidente di Legambiente Sicilia, spiega in una videointervista al QdS.it quali interventi dovrebbero essere finanziati nell’Isola e quali, invece, non andrebbero messi in cantiere.

La nostra videointervista a Gianfranco Zanna

Le sei missioni del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) approvato dal Consiglio dei Ministri potranno giocare un ruolo fondamentale non solo nell’uscita dalla crisi economica attuale, ma anche nello sviluppo di settori innovativi e nel riequilibrio delle risorse interne. In questo spera soprattutto il Mezzogiorno che sogna ancora di ridurre il divario con il Nord.

Legambiente Sicilia boccia le proposte del governo Musumeci

Prima di questo documento, tutte le Regioni italiane hanno avanzato le loro proposte territoriali. Lo ha fatto anche la Regione Siciliana, tentando di realizzare il tanto discusso ponte sullo Stretto di Messina – poi bocciato dal Governo -, così come un porto e un aeroporto hub.

Per Gianfranco Zanna il governo Musumeci ha un “approccio stantio e superato, fuori dai criteri stabiliti dall’Unione europea”. Legambiente Sicilia ritiene che debbano essere finanziate “proposte radicalmente alternative“, nel rispetto della biodiversità e delle peculiarità del nostro territorio, a cui è connesso il rischio idrogeologico. E boccia il Ponte sullo Stretto, il porto hub di Marsala, l’aeroporto hub tra Barcellona Pozzo di Gotto e Milazzo. Punta invece sul potenziamento delle infrastrutture ferroviarie, sull’economia circolare, sulla tutela del territorio, sulla rete ecologica, sull’elettrificazione dei tre porti di Catania, Messina e Palermo.