Coerenza, capacità di programmazione, stabilità sono elementi fondamentali per il governo di un Paese, ancor più in un periodo di emergenza. Ed è proprio quello che manca in Italia! A partire dal ministro dell’Istruzione.
I nostri stessi ragazzi spesso cercano in noi un sostegno, stabilità, forza. Se un adulto di cui si fidano dice loro che è possibile scalare la montagna e li aiuta a dotarsi dell’attrezzatura giusta, al 99,9 per cento loro riusciranno a raggiungere l’obiettivo. E noi insegnanti questo lo sappiamo meglio di tutti. Pensavo fosse un vantaggio avere un ministro che viene dal mondo della scuola, ma mi sbagliavo.
Domenica ho letto su “Orizzonte Scuola”: “Riapertura scuole, il CTS dà il via libera: si può tornare in presenza”.
Ma perché il Comitato tecnico scientifico – mi sono chiesta – da il suo parere solo dopo l’adozione del Dpcm (l’ultimo è quello del 14 gennaio)?
Un modo di agire organizzato non richiederebbe piuttosto il parere degli esperti prima di emettere una normativa?
Addirittura è stato scritto che “la richiesta di esprimere un parere su un eventuale rinvio della didattica in presenza per gli studenti della scuola secondaria, è arrivata in mattinata agli scienziati ai quali però non era stato chiesto alcun parere sulla questione nei giorni scorsi, prima che entrasse in vigore il nuovo Dpcm”.
Dal canto suo la Azzolina viene fuori con una dichiarazione all’Ansa direi imbarazzante: “Oggi il Comitato Tecnico Scientifico si è riunito, su richiesta del Ministero della Salute, per esprimersi sul rientro in classe degli studenti delle scuole superiori, previsto dal Governo”. Oggi, 17 gennaio, per il Dpcm del 14! E su richiesta del ministro della Salute!
Per non parlare della crisi di Governo proprio nel momento in cui occorreva la massima serietà per il via libera al Recovery Fund.
Recuperare il senso di responsabilità è quindi al primo posto, per dare fiducia ai nostri ragazzi, che sono il futuro dell’Italia.
Twitter: @LRussoQdS