MESSINA – Dopo aver registrato sold out di pubblico calorosi come abbracci, gli “amici per sempre” Dodi Battaglia, Red “Casanova” Canzian, Roby Facchinetti e Riccardo Fogli, noti anche come Pooh torneranno in Sicilia il prossimo 28 dicembre. L’evento è in programma in piazza Duomo, organizzato dal Comune di Messina e da “Musica da bere” di Carmelo Costa. Sarà a ingresso gratuito e comincerà alle ore 21. Una formidabile occasione per cantare a squarciagola quei successi intramontabili diventati la colonna sonora di cinque generazioni.
In vista di questo importante appuntamento musicale abbiamo intervistato Red Canzian, che ci ha parlato del decennale e solido rapporto tra la band e il pubblico siciliano.
Il 16 e 17 settembre a Taormina e il 19 ad Agrigento. A distanza di tre mesi nella Città dello Stretto. Sentivate la mancanza del calore della Sicilia?
“Sento raccontare dai miei amici che vennero nell’Isola ai loro esordi, quando ancora non erano propriamente famosi, e fu la prima regione a decretare il successo di quegli appena nati Pooh. C’è dunque un legame lontano e profondo. A oggi, conteggiate per difetto, abbiamo suonato almeno cinquecento volte”.
Alla base del tour il desiderio di quattro amici di ritrovarsi insieme per fare quello che hanno sempre fatto nella vita…
“Con la voglia di navigare a vista e di godere un momento davvero entusiasmante. Siamo enormemente riconoscenti e felici dell’abbraccio della ‘nostra gente’ per tutti i sold out che il pubblico ci ha regalato. È stata non una tournée ma una passeggiata per raccogliere gioia e affetto”.
Personalità diverse ma complementari, che hanno sempre investito nel proprio lavoro. Qual è l’impronta più profonda che hanno lasciato i Pooh?
“Oltre ai meriti professionali che ci vengono riconosciuti e che fanno parte inscindibilmente del nostro modo di essere, abbiamo lasciato un segnale importante: l’affiatamento di squadra, la fratellanza che si deve creare tra persone che lavorano insieme e soprattutto il rispetto”.
Talvolta le band si sciolgono, ma non si può smettere di fare il musicista. È così Red?
“La musica è un’amante talmente sensuale che non ti lascia mai”.
“Vivere la musica come urgenza: un virus benefico che ti entra sottopelle e dal quale non guarisci”. Quando ti è entrata in circolo?
“Adoro l’esibizione, anche se da ragazzino volevo la chitarra per emulazione di quello che facevano gli altri. All’inizio mi attirava più l’estetica della musica. Poi, quando ho cominciato a suonare, sentire le vibrazioni in circolo, ricevere l’applauso dopo aver cantato, mi sono reso conto che era ciò che avevo sempre desiderato”.
Avere con il tempo un rapporto da incoscienti: pensare di essere eternamente giovani e fare progetti a lunghissima scadenza. Ti riconosci in questa descrizione?
“È perfetta! Addirittura, nei momenti in cui sono stato male, ero talmente convinto di essere immortale che, non potendo credere a quello che mi stava accadendo, ho reagito da autentico Don Chisciotte, combattendo da folle e non arretrando di un passo nei confronti del tumore che mi aveva aggredito”.
Quella di Red Canzian è dunque la storia di un sognatore?
“Assolutamente sì! Un sognatore che crede fermamente che la felicità debba essere condivisa. Non da ultimo, proprio qualche settimana fa, in occasione del mio compleanno, ho realizzato una festa invitando duecentocinquanta fan, ai quali ho raccomandato di non usare i telefonini e di inviarmi delle domande a cui avrebbero voluto io rispondessi. Ne ho scelte settantadue, come gli anni che compivo, e ho parlato a ruota libera per oltre due ore appagando ogni loro curiosità. È stato un momento di totale sincerità e di condivisione, cui è seguita una splendida cena e una torta di cinque piani. L’ho fatto perché voglio pensare che i fan possano essere più che semplici ammiratori. Possono diventare amici, delle persone con cui condividere dei momenti privati, addirittura un valido aiuto e fonte di grande ispirazione”.
Qual è stata la domanda più bella che ti hanno rivolto?
“Mi hanno chiesto: ‘Sei felice?’. Se me l’avessero rivolta il giorno prima sarei stato preso da mille dubbi. Fortunatamente, per come sono andate le cose e avvertendo tutto il bene che mi gira intorno, rispondo di sì: oggi sono felice”.
L’ultimo sogno condiviso è il tuo “Casanova”, un’opera pop di straordinaria bellezza e foriera di prestigiosi riconoscimenti. Quali sono i nuovi sviluppi?
“Stiamo lavorando sul mercato cinese. E sono trattative lunghe che prevedono spostamenti con un mese di nave, per via di tutte le scenografie da trasportare e gli allestimenti. Nel frattempo, abbiamo totalizzato oltre centomila spettatori in ottantotto spettacoli, ci hanno assegnato il ‘Premio Flaiano’, è uscito il film ‘Casanova’ in centoventitre sale per tre giorni, ho realizzato un doppio dvd con il making of che racconta la nascita del musical. Adesso mi piacerebbe che finisse su una bella piattaforma, prima fra tutte quella della Rai, facendolo vedere anche in televisione, in modo che tutta l’Italia possa godere di uno spettacolo come questo. La voglia, poi, è quella di ripartire nella prossima stagione teatrale e di arrivare finalmente in Sicilia”.