ROMA – Sul reddito di cittadinanza “bisogna salvare il principio di solidarietà di chi è in difficoltà, ma bisogna vedere se i meccanismi sono efficaci alla prova dei fatti, in termini soprattutto di ritrovo dell’occupazione, non se servono solo al sostentamento. Se si sarà una richiesta di aggiornamento anche del reddito di cittadinanza sarà l’occasione di fare una verifica sul reddito”.
Lo ha detto Antonio Patuelli, presidente dell’Abi, sottolineando ancora una volta l’urgenza di una riforma della misura bandiera del Movimento Cinquestelle.
Secca la replica di Rossella Accoto, Sottosegretaria al Lavoro e alle Politiche Sociali: “Trovo singolare – scrive – che a chiedere la revisione del Reddito di Cittadinanza sia Antonio Patuelli, presidente Abi, il cui incarico certamente è del tutto estraneo alla materia citata. Mi preme però sottolineare a Patuelli come l’analisi di una qualsiasi norma non vada fatta solamente in base a quanti anni siano passati dalla sua introduzione, peraltro coincisa con la pandemia, ma cercando di capire se il suo funzionamento sia stato ostacolato da altri fattori”.
“Per quanto riguarda il Reddito di Cittadinanza – prosegue Accoto – è chiaro che la componente di attivazione lavorativa dei percettori sia stata condizionata dalla lentezza delle Regioni italiane ad assumere il personale dei Centri per l’Impiego. Di 11600 operatori previsti nel 2019 ne sono stati assunti meno della metà. La cosa più singolare è che, nonostante questa difficoltà operativa, siano stati sottoscritti nel tempo dai percettori circa 1,5 milioni di contratti. Se pensiamo che dai dati Anpal risultano ad oggi effettivamente avviabili al lavoro circa 777.000 individui ecco che emerge tutta la verità”.
Il 15 giugno, intanto, partirà la raccolta firme per l’abolizione del Reddito di cittadinanza: iniziativa lanciata da Italia viva e del suo leader, Matteo Renzi che sui suoi social ha pubblicato un post che ha ricevuto e in cui si legge “spero con tutto il cuore che tu muori!”
“Da quando ho parlato di #redditodicittadinanza – commenta ironico Renzi – hanno ricominciato con auguri e minacce di morte. Però, che diamine: il congiuntivo! Altrimenti si capisce subito di che partito siete! Si dice: spero che tu muoia. Anzi: sarebbe meglio non dirlo. Ma alla civiltà non siete abituati”.
Il dibattito sul Reddito di Cittadinanza si infiamma di giorno in giorno. Nelle more di una riforma seria, è attivo il protocollo di intesa tra Inps e ministero della Giustizia, grazie al quale è stato potenziato il sistema dei controlli su richiedenti e beneficiari del Reddito di cittadinanza: l’ennesimo, disperato tentativo di combattere il gravissimo fenomeno delle truffe perpetrate a danno della fiscalità generale.
Truffe che evidentemente non hanno scoraggiato i grillini né intaccato la fiducia in una misura ritenuta indispensabile per contrastare la povertà in Italia: “Pur ricordando – ha detto il capogruppo del Movimento 5 stelle in commissione Lavoro al Senato, Iunio Valerio Romano, che, nei mesi scorsi, aveva presentato un’interrogazione parlamentare sul tema – che su 15 miliardi di truffe, compiute in Italia nel biennio della pandemia, appena lo 0,8% ha riguardato il Rdc, uno strumento grazie al quale oltre 1,5 milioni di famiglie povere, in cui ricordo vivono 700 mila minori e circa 200 mila disabili, possono contare su un aiuto reale da parte dello Stato, riteniamo che controlli più stringenti siano fondamentali”.
“Ora – conclude Romano – mi auguro che lo schema, applicato ai controlli sul Rdc, venga esteso e utilizzato magari nella lotta all’evasione fiscale”.