Uno sguardo in Parlamento

Reddito di Cittadinanza, sì a confronto costruttivo

di Maria Laura Paxia

Ritorna di attualità il dibattito sul Reddito di Cittadinanza, che alcune forze politiche vogliono cancellare a 3 anni dalla sua entrata in vigore.

Purtroppo chi ha iniziato questa vera e propria crociata contro il Reddito di Cittadinanza è fuori dalla realtà e non vuole vedere quanto prezioso è stato questo strumento per aiutare tantissime persone in difficoltà, che sono acuite ulteriormente a causa della crisi economica scaturita dalla pandemia.

Nel nostro Paese, soprattutto nei drammatici mesi del lockdown, ha rappresentato un importante aiuto economico per contrastare la povertà e proteggere così fasce estremamente vulnerabili della nostra società.

I detrattori del Reddito dimenticano (o fanno finta di dimenticare) i numeri che stanno alla base di questo sussidio, al quale bisogna aggiungere la Pensione di Cittadinanza, che è un sostegno economico erogato in favore dei pensionati a basso reddito: i destinatari sono, infatti, persone che hanno una età pari o superiore a 67 anni; possono anche beneficiare della Pensione di Cittadinanza nuclei con componenti di età inferiore a questa soglia, che sono in condizione di disabilità grave o non autosufficienza.

Alcuni recenti dati diffusi dall’INPS parlano chiaro: da gennaio a luglio 2021 hanno percepito il Reddito di cittadinanza quasi 1 milione e mezzo di nuclei familiari (coinvolgendo oltre 3 milioni e mezzo di persone), con un importo medio a nucleo pari a 579,01 euro.

I nuclei percettori di Pensione di cittadinanza sono stati invece più di 155 mila (176.771 persone coinvolte), che hanno ottenuto un importo medio che ammonta a 267,29 euro.

Tra i dati più significativi c’è anche quello della differenza geografica: il numero dei percettori di Rdc/PdC residenti nelle regioni del Sud e delle Isole ammonta a quasi 1 milione di persone, mentre i nuclei residenti nelle regioni del Nord sono oltre 390 mila ed i residenti nel Centro, sono pari a quasi 265 mila.

Auspico, quindi, un confronto costruttivo fra tutte le forze politiche per questa misura che si è rivelata fondamentale, anche se ha mostrato alcuni limiti che possono però essere agevolmente superati: bisogna migliorare i controlli per evitare abusi da parte di chi non è legittimato ad ottenerlo ed è poi necessario favorire l’incrocio fra la domanda e l’offerta di lavoro, dando un ruolo centrale ai Centro per l’Impiego e rendendo così efficienti le politiche attive.

I furbetti del Reddito di Cittadinanza esistono, come esistono i furbetti delle pensioni di invalidità e quelli delle dichiarazioni dei redditi.