Politica

Elezioni regionali, Matteo Salvini litiga e frena tutta la destra

“Litigano” è il tormentone che Matteo Salvini utilizza contro il governo Conte bis.

Ma stavolta è proprio lui a litigare, spaccando una destra che pareva unita, ma che sembra non esserlo più, specie dopo la botta in Emilia Romagna, dove proprio il leader del Carroccio aveva scommesso il tutto per tutto dopo aver rotto l’alleanza con M5s e aver fatto cadere il precedente governo chiedendo “pieni poteri”.

Salvini è in grande difficoltà anche perché un’altra tranvata l’ha presa con la decisione del Senato di mandarlo sotto processo per sequestro di persona per la vicenda della Gregoretti.

Non sono più, insomma, i bei tempi in cui, da ministro dell’Interno, faceva propaganda h24 sfruttando qualche centinaio di migranti che ben poco avevano a che vedere con i reali problemi dell’Italia.

Ha dovuto persino subire lo smacco di dover rispondere di diffamazione per quanto detto contro la comandante della Sea Watch Carola Rackete.

Così, per riconquistare posizioni, Salvini è costretto a litigare con i suoi e riporta la destra in alto mare nel difficile snodo delle candidature comuni alle prossime Regionali di primavera.

Per la prima volta, in modo esplicito, la Lega ha dichiarato che non è stato ancora deciso nulla.

“Le candidature alle regionali – ha detto l’ex ministro leghista Gian Marco Centinaio – non sono ancora chiuse. Finché Salvini non ci dice che quelli sono anche i nostri candidati…”.

“Ci stiamo impegnando – ha cercato di spiegare Salvini – per vedere se c’è gente nuova e coraggiosa che si vuole impegnare: per loro le porte della Lega e del centrodestra sono aperte, senza egoismi di partito. Lasciamo alla maggioranza i litigi”.

Poche parole, apparentemente banali, ma con cui di fatto la Lega cancella con un colpo di spugna gli accordi già siglati mesi fa con gli alleati che, dal canto loro, ovviamente reagiscono irritati, chiedendo il rispetto dei patti.

Salvini, come detto, può soltanto litigare.

Al centro dello scontro ci sono soprattutto le sfide in Puglia, in cui il candidato in pectore è Raffaele Fitto, vicino a Giorgia Meloni e l’azzurro Stefano Caldoro in Campania.

Sul primo nome Fratelli d’Italia non intende nemmeno discutere: forti di un sondaggio che li dà in forte avanzata, oltre il 12%, il partito di Meloni non ha nessuna voglia di cedere terreno.

Anche Forza Italia annuncia le barricate: “La nostra priorità irrinunciabile – puntualizza il vicepresidente azzurro Antonio Tajani – è la Campania con Caldoro. E’ il candidato scelto da Berlusconi e ratificato con un voto dal Comitato di presidenza”.

Il clima è pesante e si sta cercando di lavorare per un vertice dei leader.

Domani Giorgia Meloni sarà a Milano, e chissà che non sia il giorno giusto per un confronto, o solo con il Cavaliere o a tre, e l’avvio di una schiarita.