Agricoltura

Agricoltura, danni da peronospora: la Regione apre ai ristori

La Regione apre alla possibilità di aiutare al più presto le aziende agricole colpite nell’annata 2022-2023 dalla peronospora della vite: in un recente incontro avvenuto a Palermo tra diverse sigle di categoria e l’assessore regionale all’Agricoltura Salvatore Barbagallo è stato preso un impegno affinché arrivino ristori nel volgere di breve tempo.

L’esponente del governo Schifani ha garantito che in prima persona verificherà “modalità e tempi per risarcire le aziende agricole colpite, al fine di garantire congrui risarcimenti per ettaro”.

Danni da peronospora in Sicilia, la Regione promette ristori

La conferma dell’impegno arriva da una nota congiunta di Federagri, Copagri, Conf.s.a.l., FNA, Liberi Agricoltori Sicilia e Collegio dei Periti Agrari che hanno preso parte all’incontro. Si tratta di una prima conquista da parte degli agricoltori dopo le numerose proteste in piazza con i trattori a Marsala e nei principali centri a vocazione vitivinicola. Nel corso dell’incontri le organizzazioni professionali e sindacali hanno rivolto un accorato appello all’assessore Barbagallo affinché la Regione possa risarcire le aziende agricole entro il più breve tempo possibile.

Le altre richieste sul tavolo

Le stesse sigle hanno poi messo sul tavolo un’altra serie di questioni che affliggono il martoriato settore dell’agricoltura: l’attivazione immediata degli uffici provinciali dell’agricoltura; il pagamento integrale delle misure agro ambientali; l’attivazione dei crediti di imposta per i costi di produzione. Un altro punto cruciale è la nomina immediata di un commissario straordinario alle dighe. Con questi provvedimenti si vuole anzitutto determinare la percentuale di danno causata dalla grave siccità sia alla produzione che agli impianti, ma arrivare anche al riconoscimento dello stato di calamità.

Per quanto concerne gli invasi si vuole arrivare a procedure veloci che possano, nel breve periodo, garantire gli adeguamenti necessari a evitare il versamento in mare delle preziose acque piovane.

Una catena di problematiche

La peronospora è solo la punta dell’iceberg di una serie di calamità che hanno colpito il comparto agricolo. La siccità con i suoi cambiamenti climatici e l’aumento dei costi di produzione hanno alimentato le difficoltà specie negli ultimi anni. La peronospora poi è da diversi anni che si verifica e continua a confermarsi annata dopo annata.

Anche quest’anno, ad esempio, la Regione ha dovuto correre ai ripari adottando misure fitosanitarie di emergenza: per le aziende in regime di agricoltura convenzionale, applicato il disciplinare di difesa integrata del 6 maggio scorso, mentre per le aziende in regime di agricoltura biologica si sono applicati i criteri di intervento specifici.

Peronospora della vita, quest’anno stessa storia

La malattia della peronospora della vite è causata dal fungo “Plasmopara viticola“, ed è in grado di attaccare tutti gli organi verdi della pianta, principalmente le foglie, i germogli e i grappoli, causando ingenti danni se non gestita correttamente. In quasi tutto il territorio regionale i danni sono stati rilevanti con percentuali che vanno dal 25 al 95% della produzione. Sui grappoli l’attacco precoce del patogeno, possibile dalla pre-fioritura a fine fioritura, si manifesta con una deformazione della parte terminale del grappolo che, incurvandosi a uncino, assume una colorazione brunastra, come se avesse subito una scottatura. In condizioni di elevata umidità, tutto il grappolo si ricopre della caratteristica muffa biancastra. Le infezioni tardive su grappoli con acini già ingrossati o invaiati non producono nessuna muffa; gli acini subiscono una pesante disidratazione, assumono colorazione brunastra con striature violacee e poi disseccano.

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Immagine di repertorio