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Autonomia, il Cdm ha impugnato la legge sui servizi cimiteriali

Nessuna tolleranza nemmeno in tempi di Coronavirus. Il Consiglio dei ministri, su proposta del ministro per gli Affari regionali e le autonomie Francesco Boccia, ha impugnato la legge della Regione Sicilia del 3 marzo scorso recante “Disposizioni in materia cimiteriale, di polizia mortuaria e di attività funeraria. Modifiche alla legge regionale 17 agosto 2010, n. 18″, in quanto, si legge in una nota di Palazzo Chigi, “alcune delle norme in materia di servizi cimiteriali e attività funebri esulano dalle competenze statutarie e contrastano con i principi fondamentali in materia di tutela della salute, in violazione dell’articolo 117, terzo comma, della Costituzione. Altre norme incidono inoltre sulla tutela della concorrenza, violando dell’articolo 117, secondo comma, lettera e), della Costituzione”.

Si tratta dell’ultima in ordine cronologico di un lungo elenco di leggi approvate dall’Assemblea regionale siciliana e su cui si è abbattuta inesorabile la scure del governo nazionale, in tempi passati. A onor di cronaca comunque quella dei servizi cimiteriali è l’unica legge siciliana esaminata da Roma nel 2020 ad essere stata impugnata. L’ultima legge su cui il consiglio dei ministri ha avuto da ridire infatti risale al dicembre del 2019 e riguarda il riordino del settore dell’assistenza delle aree pediatriche (legge 21/2019). Insieme alla legge sui servizi cimiteriali sono state esaminate altre tre leggi che, fortunatamente, hanno passato il vaglio degli uffici competenti. Si tratta della legge 3/2020 sulle misure per il contrasto all’inquinamento, della 5/2020, sulla introduzione del pensiero computazionale nelle scuole di istruzione primaria e infine della legge 6/2020 sul rinvio delle elezioni degli organi degli enti di area vasta.