Politica

Piano dell’aria, la Regione per la sospensione del riesame Aia

PALERMO – Con una nota formale la Regione siciliana chiederà al ministero dell’Ambiente la sospensione delle procedure di riesame Aia (Autorizzazione integrata ambientale) e procederà, nel frattempo, a insediare due gruppi di lavoro per superare tutte le criticità fin qui emerse per la piena applicazione del Piano regionale di tutela della qualità dell’aria.

Questo quanto deciso in una riunione che si è tenuta nei locali dell’assessorato regionale al Territorio e ambiente.

Presenti l’assessore Toto Cordaro, il dirigente e i funzionari del Dipartimento e i rappresentanti di Arpa Sicilia, Sicindustria, Confindustria Siracusa e Messina.

Al completo anche la delegazione sindacale.

Entro metà settembre un tavolo tecnico

Definita l’agenda dei lavori: entro metà settembre verranno convocati un tavolo tecnico tra rappresentanti delegati dal Governo regionale e gli esperti degli impianti industriali e un Tavolo di programmazione politica, richiesto dalle sigle sindacali.

“Il nostro obiettivo – ha detto Cordaro – è pervenire a una soluzione condivisa che risolva tutte le questioni pendenti e ci consenta di definire e applicare un piano di sviluppo sostenibile”.

La bocciatura del piano da parte del Tar

Alla fine di luglio il Piano della tutela e della qualità dell’aria del governo Musumeci era stato sonoramente bocciato dal Tar di Palermo che aveva accolto il ricorso articolato in nove punti e presentato da Isab-Lukoil, Buzzi Unicem, Versalis, Sonatrach e altre aziende del Polo industriale siracusano.

La bocciatura aveva provocato una serie di ricadute anche in sede politica sulla Giunta regionale, attaccata dal segretario regionale del Partito Democratico, Anthony Barbagallo: “Musumeci non ne azzecca una: dopo il caos legato al ciclo dei rifiuti, le riforme incompiute, le infrastrutture lasciate nel degrado, ora anche il Piano regionale di tutela della qualità dell’aria si rivela l’ennesimo pasticcio e viene stoppato dal Tar evidenziando, tra le altre cose, l’inadeguatezza della rete delle centraline di monitoraggio”.

I giudici amministrativi nella sentenza avevano bollato i dati utilizzati dalla Regione per redigere il Piano come frutto di “un’istruttoria palesemente inadeguata e ottenuti mediante una rete di rilevamento non conforme alle previsioni di legge ed ulteriormente elaborati mediante una controversa modellistica”.

Per il Tar le misure imposte nel Piano di qualità dell’aria erano “ingiustificatamente gravose” per le aziende, che avevano già superato l’esame delle Aia (autorizzazioni integrate ambientali) poco prima della pubblicazione del Piano.

Un Piano, quello del governo regionale, non apprezzato dai giudici amministrativi, secondo i quali “non risulta validamente contestato dall’amministrazione che la zonizzazione/classificazione adottata nel 2012 sia stata eseguita in base ai dati della popolazione del 2001, ai carichi emissivi del 2007 e a simulazioni di dispersione del 2005. In altre parole, su dati non più attuali”.

Concludendo, il Tar aveva imposto alla Regione Siciliana di procedere “con solerzia ad adeguare la rete di rilevamento regionale e ad aggiornare i dati secondo le previsioni normative avvalendosi dell’Arpa, al fine di potere adeguare detti strumenti di pianificazione e coordinamento delle strategie volte a garantire il mantenimento della qualità dell’aria per l’intero territorio regionale”.