Politica

“La Regione dimentica decreto, a rischio le Comunità che ospitano bimbi abusati”

Ancora una volta la lentezza della burocrazia crea dei disagi in Sicilia e questa volta a farne le spese è una particolare categoria di bambini. La mancata emanazione di un provvedimento attuativo da parte della Regione Siciliana, mette nuovamente a rischio la gestione delle comunità che ospitano bambini vittime di abuso. E’ quanto hanno scoperto i responsabili delle comunità che si sono visti rifiutare il pagamento di alcune fatture da parte del Comune di Palermo che ha segnalato il mancato adeguamento di un decreto regionale alla più recente normativa in materia. Con l’articolo 39 della legge siciliana n.9 del 15 aprile del 2021 (legge di stabilità regionale 2021) l’Assemblea Regionale aveva approvato, su proposta di Marianna Caronia, la possibilità che il numero massimo di minori in ciascuna comunità potesse arrivare a 15, quindi 5 in più rispetto a quanto previsto in precedenza, al fine di venire incontro alle sempre più numerose richieste dei Tribunali. Molte comunità hanno quindi accolto più minori. In particolare la legge autorizzava l’assessorato regionale alla Famiglia ad elevare gli standard previsti nel decreto del presidente della Regione del 29 giugno 1988 e del 4 giugno 1996. Ora però si è scoperto non è possibile pagare la retta di questi bambini, bambine, ragazzi e ragazze vittime di abusi perché la Regione non ha emanato il decreto attuativo della legge.

“Ancora una volta – aveva dichiarato la deputata regionale Marianna Caronia venerdì scorso – in un settore delicatissimo come quello della tutela e dell’assistenza ai minori vittime di violenze e abusi, la burocrazia riesce a prevalere sul buonsenso, la distrazione sull’applicazione delle leggi. E’ incredibile che dopo un anno dall’approvazione della legge, l’assessorato alla famiglia non abbia ancora adeguato i regolamenti e a farne le spese sono come sempre i più fragili. Ho chiesto all’Assessore Scavone di intervenire con tempestività e mi aspetto che gli uffici risolvano al più presto l’ennesimo pasticcio.”

Oggi, a distanza di qualche giorno dalla segnalazione della parlamentare regionale il Quotidiano di Sicilia ha chiesto se l’assessorato regionale alla famiglia aveva provveduto ad una risposta alla parlamentare per risolvere il problema. “Purtroppo il governo mi ha ignorato – ha risposta Caronia al QdS – così com’è ignorato il problema cui in aula domani (oggi per chi legge) prenderò parola riservandomi di proporre una risoluzione da votare in Aula”.