PALERMO – La Regione siciliana sommersa dai debiti si permette anche il lusso di non spendere la bellezza di 3,5 miliardi di euro.
La spaventosa cifra si evince dal rendiconto generale dell’esercizio finanziario 2018, approvato con la delibera di giunta n. 281 dell’8 agosto 2019.
Dai documenti emerge che i residui passivi (cioè somme impegnate ma non ancora spese entro il termine dell’esercizio) al 31 dicembre 2018 ammontano a 3,5 miliardi di euro. Eppure, non è difficile immaginare quali potevano essere i benefici per la nostra disastrata economia se la Regione fosse riuscita nell’impresa di immettere tutta questa liquidità nel circuito economico dell’Isola. Purtroppo, alla Sicilia continua a mancare l’ossigeno e i soldi, che ci sono, restano nel cassetto.
A complicare il tutto, c’è poi la spinosa questione dei debiti vera spina nel fianco dei siciliani e frutto di una gestione dissennata delle casse regionali. Lo scempio perpetrato negli ultimi trent’anni è adesso sotto gli occhi di tutti. Colpevoli sono tutti, colpevole non è nessuno.
Il rendiconto generale dell’esercizio finanziario 2018 è stato approvato, come detto poc’anzi, con la delibera di giunta n. 281 dell’8 agosto del 2019. In questo documento viene spiegato che il rendiconto, approvato precedentemente con la delibera n. 213 del 10 giugno scorso è stato ritirato a seguito dell’ordinanza n.4/2019 della Corte dei Conti.
La magistratura contabile, infatti, aveva ordinato che la Regione depositasse una dettagliata relazione di chiarimento, accompagnandola con la necessaria documentazione perché era emerso che il risultato di amministrazione (negativo) pari a quasi sette miliardi (6.973.771.164,49), risultava determinato sulla base dell’avanzo da trasferimenti da fondi extraregionali e quindi al fine di ottenere un documento trasparente e leggibile, ha chiesto di rivedere le cifre. Il rendiconto è stato quindi riapprovato con le nuove cifre aggiornate con la delibera n. 281. Nel documento, si legge inoltre che i residui attivi (somme accertate in entrata ma non incassate entro il termine dell’esercizio) ammontano a 4,5 miliardi. Inoltre, sono stati accertati anche altri 416 milioni di euro di residui attivi inesigibili, che sono stati stralciati dal bilancio, così come previsto dal decreto legislativo n. 118 del 2011, art. 11, comma 4, lettera n.
La scorsa settimana l’assessore regionale all’Economia e vice presidente della Regione, Gaetano Armao, aveva reso noto il collettino sul fabbisogno finanziario della Regione Sicilia, che ha fatto emergere un’altra operazione finanziaria, effettuata negli anni passati dal altri governi, quella del ricorso ai cosiddetti derivati.
Purtroppo per il cittadino comune la situazione finanziaria regionale continua ad essere fumosa perché a carico della Regione vi sono molteplici “voci” di debito: quello direttamente a carico della Regione ammonta a cinque miliardi ma se si sommano tutte le voci del debito si arriva ad un rosso di quasi 15 miliardi. Una stangata per le future generazioni.
Sul rendiconto generale dell’esercizio finanziario 2018 si attende il giudizio di parifica della Corte dei Conti e la pronuncia, attesa entro la fine del mese di ottobre, non avrà un esito scontato.
Raffaella Pessina
Patrizia Penna