Inchiesta

Regioni a statuto “molto” speciale, al personale stipendi d’oro con costi per 3,5 mld l’anno

La Sicilia è la Regione con il più alto costo del personale regionale. Secondo i dati della Ragioneria generale dello Stato, aggiornati al 31 dicembre 2020, l’Isola ha speso 666,7 milioni di euro. Una cifra a cui si avvicinano solo le due Province autonome di Bolzano (643,2 milioni) e Trento (623,5 milioni), che però registrano un comparto regionale simile a quello del personale siciliano, almeno dal punto di vista quantitativo, a fronte di una popolazione decisamente inferiore, rispettivamente 107.467 e 542.166 abitanti contro i quasi cinque milioni della Sicilia.

In particolare, Bolzano conta 11.672 dipendenti, tra cui 346 dirigenti. Trento ha 13.484 dipendenti, tra cui 214 dirigenti, mentre l’Isola ha a contratto 11.598 dipendenti e 903 dirigenti. Numeri spropositati se si pensa che la Lombardia e il Lazio registrano, secondi i dati forniti dalla Regione Lombardia e dal Dipartimento di funzione pubblica, 2.853 dipendenti, tra cui 137 dirigenti, e 4.142 dipendenti, tra cui 150 dirigenti, a fronte di una popolazione di rispettivamente nove e cinque milioni di abitanti.

In quasi tutte le Regioni a statuto speciale, a eccezione del Trentino, il rapporto tra costo del personale regionale e popolazione è più alto rispetto a quello tra spesa del personale ministeriale e la popolazione nazionale. La Sardegna ha infatti speso nel 2020 quasi 337 milioni di euro in relazione ad una popolazione di un milione e mezzo di abitanti e di un comparto regionale di 6.126 dipendenti, mentre il Friuli e la Valle D’Aosta hanno registrato una spesa di 527,5 milioni e 200,9 milioni a fronte di una popolazione di 1,2 milioni e 124.089 abitanti e un personale di 12.617 e 4.738 dipendenti totali.

Anche questa volta siamo di fronte a cifre molto lontane da quelle che contraddistinguono Regioni a statuto ordinario come Lombardia e Lazio che nel 2020 hanno speso rispettivamente 159,3 milioni e 250,8 milioni, sempre secondo quanto pubblicato dalla Ragioneria generale dello Stato.
Per i ministeriali, invece, il costo è stato di 6,28 miliardi per 129.562 dipendenti e 2.917 dirigenti.

Più alta della media nazionale anche la retribuzione media dei dipendenti regionali siciliani, che al 31 dicembre 2020 si attesta a 35.376 euro contro i 32.563 euro dei ministeriali. Cifra che stacca ancora una volta quella relativa ai dipendenti regionali di Lombardia e Lazio che invece registrano una retribuzione media, rispettivamente, di 30.842 e 32.472 euro, entrambe al di sotto della media nazionale.

Una situazione analoga alla Sicilia è quella della Sardegna, dove la retribuzione media sfiora i 40.000 euro, del Trentino Alto Adige, con 39.520 euro e della Provincia Autonoma di Bolzano che addirittura supera i 42.000 euro. Le restanti Regioni, così come la Provincia Autonoma di Trento, conservano invece cifre che sono al di sotto o in linea con la retribuzione media dei ministeriali: in particolare, il Friuli Venezia e Giulia registra 32.244 euro, la Valle d’Aosta 32.728 euro e la provincia di Trento 30.222 euro.

Analizzando i dati della Ragioniera generale dello Stato, salta all’occhio come il fil rouge, l’elemento che accomuna e che tiene insieme le Regioni a statuto speciale e le Province Autonome siano proprio i costi spropositati.
Ad eccezione della sola Liguria che registra una retribuzione che si attesta intorno ai 37.000 euro, tutte le altre Regioni a statuto ordinario presentano cifre molto più contenute e che sono quasi sempre al di sotto della media nazionale dei ministeriali (e che si aggira intorno ai 30.000 euro). Stessa dinamica anche per il costo che riguarda il personale regionale. Qualcuno potrebbe obiettare che le Regioni a statuto speciale svolgono funzioni aggiuntive rispetto a quelle attribuite alle Regioni a statuto ordinario, e per le quali interviene lo Stato. In realtà, con riferimento alla Sicilia, ad esempio, la Corte dei conti non ha mancato di mettere nero su bianco come le funzioni aggiuntive svolte dalla Regione in virtù delle prerogative statutarie non possono giustificare l’elefantiasi della macchina amministrativa.

Ma torniamo ai numeri che rendono doverosa una riflessione: non è che la specialità delle Regioni è diventata nel tempo un alibi “perfetto” per giustificare sprechi di denaro pubblico? La Sicilia si trova a guidare una classifica in cui la seconda posizione è occupata da un’altra Regione a statuto speciale, la Sardegna, che per il personale regionale spende la metà della spesa siciliana, una cifra già considerata spropositata anche dalla Sezione di controllo per la Regione siciliana della Corte di conti, secondo la quale le funzioni aggiuntive dovute allo statuto speciale non giustificano simili costi.

Nelle Regioni a statuto ordinario invece la spesa rimane al di sotto dei 200 milioni, con la sola eccezione del Lazio (250 milioni) e della Campania (222 milioni).