La Regione siciliana ricorda con una direttiva indirizzata agli enti locali che il 30 aprile scade il termine per l’approvazione con deliberazione consiliare dei rendiconti di gestione 2022 secondo quanto previsto dal testo unico che regolamenta la materia. Ma i comuni, molti dei quali in difficoltà di bilancio, non la prendono bene e rispondono per le rime con una nota dell’Anci.
Nella direttiva, inoltre, la Regione precisa “che il mancato adempimento dell’approvazione del rendiconto di gestione entro i termini di legge o la presunzione di inadempienza determinata dall’assenza di comunicazioni da parte dell’Ente, pone l’obbligo di nomina dei commissari ad acta per lo svolgimento dell’azione sostitutiva”.
Un bel lavoro per una carica di commissari visto che alla fine dello scorso anno rischiavano in 300 su 391 per non avere rispettato il termine del previsionale 2022. Una situazione nota da tempo che è alla base della replica dell’Anci. “Auspichiamo che la solerzia della Regione nel richiamare i noti obblighi normativi dei comuni, che com’è noto si trovano spesso in una condizione di crisi finanziaria, sia accompagnata da una pronta iniziativa per individuare, con spirito di piena collaborazione istituzionale, le cause di tali ritardi ed affrontare possibili soluzioni per fare in modo che l’approvazione del bilancio Consuntivo e successivamente del previsionale avvengano entro i termini, dicono Paolo Amenta e Mario Emanuele Alvano presidente e segretario generale dell’Anci Sicilia. “Siamo sicuri che la Regione siciliana comprenda bene le difficoltà che ormai, da anni, i comuni affrontano nell’approvazione dei documenti contabili, la stessa Regione attende la parifica del Rendiconto 2021 e deve ancora approvare quello relativo al 2022”, aggiungono.
Ma al di là delle note in polemica i rappresentanti dei comuni chiedono “una azione congiunta rivolta ad una modifica delle norme in materia dì assunzioni di personale che possa far fronte alla nota e più volte denunciata carenza di responsabili e funzionari dei servizi finanziari”. “Ci auguriamo che si possa avviare presto un confronto anche con riferimento alle risorse destinate agli enti locali per il 2023 – conclude Amenta – in considerazione della necessità di recuperare la riduzione delle risorse regionali sulla spesa corrente e di individuare le ulteriori ingenti risorse che sono venute a mancare a seguito dell’impugnativa dello Stato sulla Legge di Stabilità regionale”.
Antonio Giordano