Ambiente

Report MalAria di città 2024, Palermo e Catania ai primi posti: si rischia grosso per i prossimi sei anni

“I dati della rete regionale di monitoraggio della qualità dell’aria, gestita da Arpa Sicilia, ed elaborati dall’Agenzia relativamente al biossido di azoto restituiscono il superamento del valore limite medio annuo in due stazioni, quella di via Di Blasi a Palermo e quella di viale Vittorio Veneto a Catania, entrambe stazioni di traffico. Questi superamenti si rilevano da diversi anni con modeste oscillazioni”. A commentare così i dati di Arpa Sicilia è la direttrice dell’unità operativa complessa per la qualità dell’aria, Anna Abita, intervenuta al Qds.it. Palermo e Catania sono infatti dietro soltanto a Milano e Torino nella classifica del report MalAria di città 2024, elaborato da Legambiente riguardo alle emissioni di sostanze inquinanti nell’aria. Un dato che lascia aperto il dibattito riguardo alla qualità dell’aria respirata e che non lascia dormire sonni tranquilli alle associazioni ambientaliste.

I dati specifici registrati da Arpa Sicilia

Le due città infatti, viste le concentrazioni di biossido di azoto registrate nel 2022, nel 2030 saranno fuorilegge e dovranno ridurre le concentrazioni di questa sostanza di oltre il 40 %, pur non superando limite legislativo tuttora vigente. Nello specifico il capoluogo dovrà ridurle del 44 %, mentre Catania del 41 %. I dati nello specifico parlano chiaro, in quanto “la stazione Palermo Di Blasi – prosegue Abita – sin dal 2012 ha sempre superato il valore limite annuo di NO2. C’è stata una diminuzione tra 2018 e 2019, poi abbiamo un vuoto di dati. Rispetto al 2022 il dato è leggermente più basso, ma sostanzialmente si mantiene il superamento indicato. Su Catania analoga situazione, perché la concentrazione è un po’ più bassa, ma dal 2021 c’è un leggerissimo aumento”

Traffico automobilistico prima causa

Il traffico automobilistico fa sempre la sua parte e si devono attuare delle misure per ridurre le emissioni derivanti da questa sorgente.

“Si sono rilevati superamenti del valore limite giornaliero del PM10 ma non hanno mai superato il numero di giornate massimo previsto nella norma. Inoltre ne’ per il PM 10 ne’ per il PM 2.5 e’ stato superato il valore limite medio annuo. Sicuramente le due stazioni di traffico – conclude Abita – indicano che il principale responsabile di questi superamenti è rappresentato dalle emissioni provenienti dagli autoveicoli. Arpa Sicilia ha contribuito alla redazione del Piano Regionale di Tutela della Qualità dell’Aria, approvato nel 2018, che prevedeva una serie di misure, in particolare per Palermo e Catania, che avrebbero portato, se adottate, a una riduzione del traffico veicolare. Anche altre sorgenti emissive, come il riscaldamento, danno un contributo al superamento di NO2 negli agglomerati urbani, ma il fatto che il superamento riguardi due stazioni di traffico è abbastanza indicativo dell’origine. Nel 2030, se saranno approvati i nuovi limiti di qualità dell’aria riportati nella proposta di direttiva europea, si avrà il superamento dei limiti in molte stazioni”.

“Le soluzioni non sono nell’immediato e vanno previste delle misure strutturali che consentano una riduzione del traffico veicolare in particolare in queste città. I superamenti del valore limite giornaliero ci sono stati, ma non hanno mai portato a oltrepassare quello annuo legislativo nazionale. L’altro inquinante, l’ozono, abbiamo diversi superamenti, sia come valore obiettivo a lungo termine, oltrepassato in 24 delle 26 stazioni, sia come valore obiettivo mediato nel triennio 2021-23, che è stato superato in 5 stazioni”.

Castronovo (Legambiente): “Non si è fatto quasi nulla per ridurre le emissioni”

Il presidente regionale di Legambiente, Tommaso Castronovo, sottolinea come questi risultati possano portare alle già mostrate gravi conseguenze nei prossimi anni e come gli investimenti sulla mobilità sostenibile siano necessari per entrambe le città.

“Questi dati dimostrano – afferma Castronovo – come non si sia fatto quasi nulla nella direzione del tutela della salute dei cittadini e nel combattere lo smog prodotto da questi fattori urbani legati al traffico veicolare privato e ai riscaldamenti domestici, oltre alle emissioni provenienti dai siti industriali. Non sono state attuate quelle politiche che noi riteniamo necessarie per contrastare l’emergenza smog e per tutelare la salute dei cittadini. Tra sei anni questi valori, seppur entro i limiti nazionali, con l’entrata in vigore della direttiva europea sulla qualità dell’aria saranno fuori legge. Quelli della direttiva europea saranno più stringenti e quasi tutti i capoluoghi siciliani saranno fuori norma se venissero applicati questi limiti. I valori si dovranno ridurre dal 20 al 40 % e non c’è tempo per organizzare le misure di mitigazione delle emissioni inquinanti”.

“Si deve intervenire subito con l’applicazione delle zone a traffico limitato e delle isole pedonali. A Palermo si deve avviare al più presto la progettazione e l’assegnazione dei lavori per le quattro linee nuove del tram, per la chiusura dell’anello e del passante ferroviario. Per Catania le nuove linee della metropolitana. Intensificare il trasporto pubblico locale è necessario e consentirebbe di abbattere di molto la presenza dei fattori inquinanti e di rientrare nei limiti previsti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. Anche la nuova direttiva nasce dall’aver registrato che ci sono 47mila decessi prematuri registrati nel 2021 a causa delle polveri sottili in Italia e 11mila morti a causa del biossido di azoto. 253 mila morti prematuri registrati in Europa a causa del PM2.5, sempre per lo stesso anno, e noi siamo il secondo paese in cui si registrano più morti legati a tutto ciò”.

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