Economia

Resto al Sud, i siciliani che ce l’hanno fatta, 1513 idee divenute realtà

Nell’inchiesta pubblicata dal nostro giornale nei giorni scorsi, lo abbiamo detto: La Sicilia è sempre più vecchia, si spopola con una velocità allarmante.

Gli ultimi dati Istat parlano chiaro: in soli dieci anni l’Isola ha visto diminuire la propria popolazione di ben 310.219 residenti. Oltre 31 mila siciliani ogni anno, e a destare maggiore preoccupazione è il fatto che lo spopolamento non riguarda più solamente le aree interne, ma anche le città metropolitane.

Per contrastare questo fenomeno, sono state portate avanti diverse azioni, una delle più efficaci si sta dimostrando sicuramente Resto al Sud promossa da Invitalia.

Cosa è Resto al Sud

Resto al Sud è l’incentivo che prevede una copertura finanziaria pari al 100% dei costi di avvio delle nuove iniziative promosse dagli under 56 residenti nel Mezzogiorno e nelle aree del cratere sismico del Centro Italia, a cui stanno per aggiungersi le isole minori del Centro-Nord.

 I fondi disponibili ammontano a 1 miliardo e 250 milioni di euro.

I progetti di Resto al Sud approvati nell’ultimo mese

Con oltre 440 progetti approvati settembre 2021, l’incentivo ha stabilito il record mensile dalla sua partenza nel gennaio 2018. Questo exploit porta a circa 10.000 il totale delle iniziative ammesse ai finanziamenti in poco più di tre anni e mezzo. Gli investimenti attivati sono complessivamente pari a 690 milioni di euro, a fronte di 400 milioni di finanziamenti già erogati, per una ricaduta occupazionale che sfiora i 37.000 nuovi posti di lavoro.

Le domande di Resto al Sud approvate in Sicilia

E in Sicilia? Che risposta sta avendo questa misura da parte dei neo imprenditori siciliani (e perché no, dagli investitori di altre regioni o stranieri)?

Secondo i dati di Invitalia, dall’avvio della misura, sono state approvate 1.513 domande per complessivi 104 milioni di euro e con 5.652 persone occupate. Dei 104 milioni attivati sono stati erogati quasi 63,5 milioni (quindi oltre il 50% del totale). La provincia siciliana più attiva è stata Palermo (con 574 domande approvate) seguita da Catania (243) e Messina (232).

Rosario Faraci referente UniCT per il progetto Resto al Sud

Per parlare dell’opportunità di resto al Sud abbiamo sentito Rosario Faraci, professore ordinario di Economia e Gestione delle imprese, nonché delegato del Rettore dell’Università di Catania all’Incubatore di Ateneo, Spin Off e Start Up. Rosario Faraci è anche il referente di UniCt (uno degli Enti accreditati a dare assistenza) per la misura Resto al Sud.

Il professor Rosario Faraci

Un incubatore per sostenere le spin off

“L’Università di Catania – ci dice il professore Faraci – ha in programma di avviare quanto prima, auspicabilmente entro la fine dell’anno, un incubatore per sostenere le spin off promosse da docenti e ricercatori e le start up avviate da studenti e laureati.

Sarà una sorta di “casa delle imprese” per stimolare, attraverso il co-working e iniziative di formazione continua, l’imprenditorialità accademica e studentesca, come avviene già per molti altri atenei in Italia.

I laureati catanesi primi in Sicilia per numero di imprese create

Il dato di partenza è confortante: nel periodo 2014-2018, secondo una ricerca di Almalaurea, i laureati catanesi che hanno fondato un’impresa sono stati 7.188 su un totale di 85.285, pari all’8,4%, una percentuale ben più alta rispetto alla media nazionale (7,1%) e che vede il nostro ateneo primeggiare in Sicilia alla luce dei dati degli atenei di Messina (7,9%) e di Palermo (5,7%).

Si tratta quindi di assecondare questa vocazione alla nuova imprenditorialità che, in Sicilia, tuttavia rimane per molti giovani una condizione di necessità e non ancora di opportunità: si vuole fare impresa perché non si trova agevolmente lavoro.

Lo sportello Resto al Sud di UniCt

In quest’ottica lo sportello Resto al Sud, accreditato da Invitalia dal 2018, è un servizio che l’Università di Catania rende ai suoi studenti e laureati, ma anche all’intero territorio, nella prospettiva di stimolare ulteriormente l’imprenditorialità. Trattandosi di un servizio prevalentemente di natura informativa offre agli interessanti le informazioni sulle modalità di fruizione della misura Resto al Sud; allo stesso modo, permette attraverso un colloquio con i funzionari esperti del Trasferimento Tecnologico, di pre-valutare la fattibilità, il potenziale di mercato, la sostenibilità rispetto alla concorrenza e la redditività delle idee imprenditoriali, avviandole a diventare progetti e quindi start up di nuova costituzione. Lo sportello – precisa il professore Faraci – non ha orari precisi. In genere riceviamo le telefonate e poi fissiamo un appuntamento successivo.

Chi vuole andare avanti trova poi nel territorio i servizi di assistenza specialistica resi dalle associazioni non profit, dai consulenti e dai dottori commercialisti prima di predisporre la documentazione necessaria per Invitalia e contestualmente per la banca.

Ad oggi – conclude il professore – abbiamo avuto circa 104 incontri registrati su apposite schede. Purtroppo, molti dei contatti telefonici che abbiamo avuto l’anno scorso, durante il lockdown, non sono stati registrati”.

Invitalia, da noi interpellata ci ha dato ulteriori chiarimenti su chi e come può usufruire della misura. (CONTINUA A LEGGERE)

Invitalia, da noi interpellata ci ha dato ulteriori chiarimenti su chi e come può usufruire della misura.

In molti si chiedono se occorra avere un capitale iniziale proprio e se il finanziamento bancario viene concesso immediatamente dopo l’approvazione della domanda in modo da consentire di utilizzare subito questo capitale.

“Le agevolazioni – ci dicono da Invitalia – coprono il 100% della spesa imponibile, quindi è necessario avere una quantità di mezzi propri sufficienti a coprire l’IVA. Tuttavia, qualora il proponente ritenesse di voler adottare il regime forfettario, l’IVA per lui rientrerebbe tra le spese ammissibili. In ogni caso il finanziamento bancario viene liquidato dalla banca dopo che la stessa abbia ricevuto il provvedimento di concessione perfezionato”.

Resto al Sud anche per i cittadini stranieri che vogliano investire in Italia

 Possono presentare domanda anche cittadini stranieri non residenti in Italia (a condizione che si trasferiranno al Sud)?

“Si, ma bisogna tener presenti anche le regole relative ai permessi di soggiorno, se lo straniero non appartenga a Stati dell’Ue. Si richiede infatti un titolo che abiliti alla permanenza regolare in Italia per almeno 8 anni, che è il tempo per il quale bisogna garantire la presenza sul mercato della nuova impresa (anche per la restituzione del mutuo)”.

Il capitale circolante necessario per la realizzazione dei progetti

Per quanto riguarda il capitale circolante: come si stima la somma che sarà disponibile per l’imprenditore?

“Il capitale circolante rappresenta le spese di gestione (canoni di locazione, utenze, materie prime, ecc…) che il beneficiario dovrà sostenere nei primi due anni dal provvedimento e che possono esser riconosciute ammissibili per un importo non superiore al 20% del programma di spesa. Tali spese, rendicontate nel corso dell’iter attuativo, saranno erogate contestualmente alle altre, nell’ambito del SAL (lo Stato di avanzamento dei lavori) di riferimento”.

Contributo di liquidità

“Diversamente, – continuano da Invitalia – è previsto un contributo ulteriore (il cd. Contributo ex DL Rilancio) che non è legato al programma di spesa, configurandosi come un contributo di liquidità, spettante nella misura di 15.000 € se il beneficiario è una ditta individuale o un libero professionista che lavora da solo, oppure nella misura di 10.000 € per ogni socio, nel caso il beneficiario si sia costituito con forma giuridica societaria. Tale contributo sarà erogato soltanto dopo aver accertato che il programma di spesa è stato correttamente realizzato, sia funzionale e integralmente quietanzato (accertato che l’impresa non sia morosa con le rate di ammortamento e non sia in una delle condizioni per cui è prevista la revoca)”.

Fondi per la ristrutturazione di una sede all’interno di un progetto di Resto al Sud

Ipotizzando spese per la ristrutturazione di una sede, è possibile anche utilizzare i vari bonus (ecobonus, bonus facciate, ecc.) che lo Stato mette a disposizione?

“Fermo restando che nessuna spesa può esser oggetto di duplice agevolazione (altrimenti si produrre un plusvalore ingiustificabile), è possibile effettuare gli interventi in maniera complementare, anche se bisogna verificare la compatibilità dei termini temporali previsti dalla normativa di Resto al SUD per il completamento del programma di spesa e quelli della realizzazione delle altre opere”.

Cosa dice chi ha beneficiato dell’incentivo. E’ rimasto soddisfatto? CONTINUA A LEGGERE

Dimora Vincanto

Tra i tanti siciliani che hanno beneficiato dell’incentivo c’è India Arena, una giovane imprenditrice che ha avviato una location per ricevimenti in una antica tenuta. Da lei ci siamo fatti raccontare le difficoltà incontrate che comunque ha superato brillantemente e le hanno permesso di lavorare nella sua terra natìa.

Qual è stato il progetto che ti è stato approvato, quando? Quante persone oggi lavorano con te nelle tua impresa?

“Il progetto che ho realizzato (anche) grazie a Resto al sud è Dimora Vincanto, bed and breakfast e location per ricevimenti in un’antica tenuta che ospita la villa d’epoca settecentesca, un secolare parco alberato ed un suggestivo vigneto. Il progetto è stato presentato nel dicembre 2018 ed approvato a giugno 2019.

L’apertura effettiva della attività ha richiesto più o meno un anno, tra ristrutturazione ed acquisto e installazione delle attrezzature, oltre ad un’iniziale periodo di assestamento della gestione.

Fino ad oggi, considerando le notevoli difficoltà dovute all’avvio di una nuova attività prima e alle limitazioni causate dalla pandemia poi, l’attività si è svolta principalmente mediante la collaborazione con catering e altri professionisti del settore eventi, limitandoci a mettere a disposizione gli spazi della struttura, pertanto attualmente non abbiamo dipendenti. Contiamo di allargare la squadra dalla prossima stagione”.

E’ stato difficile avere approvato il tuo progetto, quando hai iniziato a compilare la domanda? Dopo quanto tempo hai ricevuto risposta? E’ stata subito positiva?

“Complessivamente, non è stato semplice ottenere l’approvazione del progetto, ha richiesto molti passaggi, la compilazione di una notevole quantità di documenti (fondamentali indirizzo PEC e firma digitale) e la redazione di un business Plan dettagliato, un colloquio e diversi sopralluoghi”.

Quali sono state le criticità riscontrate?

“Non vi sono state particolari criticità se non la lunghezza dell’operazione, giustificata tuttavia dalla portata della stessa”.

Sei stata assistita in tutti i passaggi? Come è andata?

“Ho seguito in prima persona tutti i passaggi del progetto, supportata da un bravo commercialista (fondamentale) e dalla mia famiglia. In generale tutto viene spiegato in modo abbastanza chiaro nella guida alla compilazione della domanda messa a disposizione dalla piattaforma e dall’attuatore che prende in carico la pratica e resta a disposizione fino alla conclusione del finanziamento”.

Che consigli daresti a un giovane (ora in realtà possono partecipare anche gli under 56) affinché il suo progetto risulti vincente?

“Tra i criteri certamente tenuti in considerazione ci sono la potenziale creazione di posti di lavoro e la sostenibilità economica del progetto, che viene attentamente valutata da chi approva il progetto”.

Quando hai ricevuto i soldi? Hai dovuto anticipare del capitale?

Il capitale è arrivato in più soluzioni, una parte alla presentazione del primo SAL, la restante alla presentazione del SAL a saldo. Ho dovuto anticipare diverse spese, versare l’iva che non è inclusa nel finanziamento e predisporre una fideiussione per il 20% dell’importo finanziato”.

Consiglieresti resto al Sud a un siciliano che voglia fare impresa o anche in questo caso la burocrazia risulta scoraggiante?

“Consiglierei resto al sud ad un siciliano che voglia fare impresa nella sua terra. A risultare scoraggiante in realtà, pur essendo richieste infinita pazienza e precisione per portare a termine l’operazione, non è tanto la burocrazia quanto l’effettiva necessità di un capitale minimo che rende la misura di fatto non accessibile a chi non abbia almeno una base da cui partire. Personalmente, da giovane alla prima esperienza lavorativa, non avrei mai potuto realizzare questa operazione senza l’aiuto della mia famiglia”. 

Dario Raffaele