PALERMO – Reti di impresa in crescita costante nel 2021 ma, in Sicilia, il fenomeno resta al palo (o quasi). Secondo il terzo rapporto dell’Osservatorio nazionale di InfoCamere, RetImpresa e Università Ca’ Foscari di Venezia, infatti, nell’Isola, rispetto al 2020, l’aumento di aziende integrate è stato appena dello 0,1% (3,2% nel 2021 contro il 3,1% dell’anno precedente, relegandola sempre al decimo posto nella classifica per regioni, con un totale di 1.237 imprese.
Non solo, come evidenzia il report, all’estremo opposto della scala, anche la minore attrattività del modello retista sembra seguire un modello segnato dalla contiguità territoriale. Nelle ultime posizioni della classifica per questo indicatore, troviamo infatti quattro province siciliane (Messina, Agrigento, Palermo e Caltanissetta). Esattamente come nel 2020. Nonostante, quindi, il contratto di rete rappresenti uno strumento agile che permette alle imprese anche piccole di fronteggiare mercati incerti o complessi e affrontare la ripresa economica post-pandemia condividendo le risorse e la visione strategica e rappresenti una risorsa importante anche per intercettare le risorse provenienti dal Pnrr, queste in Sicilia stentano ancora a decollare.
Nell’analisi per aree geografiche, emerge come le reti tra imprese tendano a svilupparsi prevalentemente all’interno della medesima ripartizione geografica (82,9%), con una prevalenza nelle regioni e tra le regioni del Nord (40,9%) mentre risultano meno presenti nelle e tra le regioni del Centro-Sud (20,8% e 21,2% rispettivamente). Tuttavia si sono sviluppate interessanti forme di aggregazione tra imprese operanti in ripartizioni geografiche diverse. Sono infatti 1.189, pari al 17% del totale, le reti interregionali che hanno coinvolto imprese di aree differenti contigue (387 Nord-Centro, 293 Centro-Sud, 296 Nord-Sud). In 213 casi, inoltre, i contratti di rete hanno aggregato trasversalmente esperienze imprenditoriali del Nord, del Centro e del Sud del Paese.
È interessante osservare – si legge nel report – un progressivo consolidamento delle reti interregionali che coinvolgono imprese appartenenti al Mezzogiorno, che conferma l’efficacia dello strumento per collegare e ibridare esperienze imprenditoriali che si sono costituite e sviluppate nelle aree del Nord e del Centro, consentendo alle imprese del Sud di integrare competenze differenti e ottenere performance economiche difficilmente raggiungibili autonomamente.
Attenzionando la graduatoria a livello nazionale, emerge invece che, nel 2021, i contratti di rete sono infatti aumentati del 13,3% (+885 nuovi contratti rispetto al 2020) e le imprese in rete del 10% (+3.849 rispetto al 2020); si confermano prevalenti le ‘reti contratto’ (85%). In totale, al 31 dicembre 2021 si contano 42.232 imprese in rete per un totale di 7.541 contratti di rete. Le imprese più coinvolte nei contratti di rete appartengono a tre settori: agroalimentare (22%), commercio (14%) e costruzioni (12%) e hanno sede nel Lazio (24,3%) seguito da Lombardia (10,5%) e Veneto (7,8%).
Uno specifico focus riguarda poi il mondo delle startup impegnate in rete. Anche in questo caso, per quanto riguarda la distribuzione geografica, si evince come la maggior parte risieda al Nord (51% e 82 imprese), seguito dal Centro (26% e 42 imprese) mentre solo il 23% si concentra al Sud e nelle Isole (37 imprese). In linea con il dato nazionale, infine, troviamo la Sicilia ancora nel mezzo della graduatoria, con appena 4 startup in rete, ben lontana dalle 37 della Lombardia che domina questa speciale classifica.