Si è svolta, anche in Sicilia, la “Notte europea dei ricercatori”, l’evento organizzato sin dal 2005 dalla Commissione europea, per promuovere e diffondere la ricerca scientifica nei paesi del Vecchio Continente.
Nell’ambito della partecipata iniziativa il Qds ha intervistato Alessia Farina, giovane dottoranda presso il dipartimento di Agricoltura, Alimentazione e Ambiente dell’Università di Catania, per stilare un bilancio dell’evento e per conoscere meglio il suo percorso accademico.
Di cosa si occupa esattamente, in quanto ricercatrice, nel suo dipartimento?
“Sono una dottoranda in scienze agrarie, alimentari e ambientali e mi occupo delle interazioni tra insetti vettori, piante ospiti, microrganismi fitopatogeni e nemici naturali, per rafforzare il controllo ecocompatibile di importanti malattie nelle colture orticole”.
Quali sono le difficoltà per un giovane, ed in particolare per una donna, nel mondo della ricerca? Ne hai incontrate di particolari, proprio in quanto donna, anche nel percorso di studi?
“Tra le difficoltà di maggior rilievo vi è l’incertezza lavorativa che impedisce la pianificazione di obiettivi di ricerca a lungo termine. Fortunatamente nel percorso di studi non ho incontrato difficoltà particolari dovute soprattutto alla differenza di genere o età”.
Quali sono limiti e criticità che colpiscono il mondo della ricerca, soprattutto in Italia? Quali riforme servirebbero per raggiungere gli standard internazionali ed europei?
“La condizione di lavoro precaria di chi si occupa di ricerca è sicuramente una caratteristica comune a diversi paesi. In Italia, una maggiore quantità e una migliore gestione dei finanziamenti potrebbero ovviare alla problematica legata all’incertezza sulla possibile e futura posizione stabile nel mondo del lavoro”.
Qual è il tuo bilancio della “Notte dei ricercatori 2022”? Quali provvedimenti servirebbero per aiutare e stimolare questo importante settore?
“Posso definire il mio bilancio della “Notte dei ricercatori 2022” più che positivo in quanto, anche quest’anno, un contesto informale e pieno di attrazioni ha reso possibile l’incontro tra cultura scientifica (apparentemente lontana dalla società) e cittadini. A mio parere è necessario organizzare più eventi con esperimenti e dimostrazioni scientifiche dal vivo, al fine di dimostrare, facilmente e sempre di più a grandi e piccini, che la scienza ha un impatto benefico sulla vita di tutti i giorni”.