La Direzione distrettuale di Palermo ha chiesto la condanna per tre presunti fiancheggiatori della latitanza del boss Matteo Messina Denaro.
Per l’architetto Massimo Gentile e il tecnico di radiologia Cosimo Leone sono stati chiesti 12 anni di carcere. I due sono accusati di associazione mafiosa. Per il bracciante agricolo Leonardo Gulotta, accusato di favoreggiamento aggravato, invece, la Procura di Palermo ha chiesto la condanna a sei anni.
I tre sono stati arrestati a marzo del 2023 e si trovano attualmente sotto processo con il rito abbreviato.
L’architetto Massimo Gentile, secondo l’accusa, sarebbe stato uno dei prestanome del mafioso durante la latitanza, consentendogli anche di acquistare un’auto – modello Fiat 500 – e una moto, le relative assicurazioni e anche di eseguire diverse operazioni bancarie. Il tecnico radiologo Cosimo Leone si sarebbe occupato del capomafia durante il ricovero all’Abele Ajello di Mazara del Vallo, dove l’allora latitante boss era stato sottoposto a un primo intervento dopo la diagnosi del tumore. Leonardo Gulotta, invece, è accusato di essersi intestato un’utenza telefonica poi ceduta a Messina Denaro, sin dal 2011, quando era però minorenne.
Iscriviti gratis al canale WhatsApp di QdS.it, news e aggiornamenti CLICCA QUI