Ambiente

Rifiuti, cinque anni non bastano per la discarica di Serradifalco: richiesta proroga

Due anni in più. È la durata della proroga richiesta per il completamento dei lavori per la discarica di Serradifalco, in provincia di Caltanissetta. L’istanza è arrivata di recente all’Assessorato Territorio e Ambiente e, di seguito, sui tavoli della commissione tecnica-specialistica che già negli anni scorsi si era occupata di valutare gli impatti ambientali di un progetto che prevede anche la realizzazione di un impianto per il trattamento meccanico-biologico dei rifiuti indifferenziati, ovvero la fase che precede lo smaltimento.

Stando alle autorizzazioni rilasciate, le opere sarebbero dovute essere pronte per fine anno ma il cantiere – anche per via di rallentamenti negli iter burocratici – è ancora indietro rispetto all’originaria tabella di marcia.

Richiesta proroga per i lavori della discarica di Serradifalco

Il progetto riguarda la trasformazione di un’area ricadente in contrada Martino dal punto di vista catastale inquadrata come verde agricolo e poi oggetto di variante. La ditta proponente si chiama Tmb Caltanissetta Srl, ma a dispetto del nome ha sede in provincia di Siracusa ed è di proprietà della famiglia imprenditoriale Quercioli Dessena, già titolari della Igm Rifiuti Industriali.

Nel 2019 hanno ottenuto l’ok, condizionato al rispetto di alcune prescrizioni, per la realizzazione di una discarica con una capacità di circa 450mila metri cubi e una previsione di vita di 12 anni e di un Tmb che annualmente potrà ricevere 50mila tonnellate di rifiuti urbani residui e 20mila tonnellate di frazione organica da sottoporre al processo di biostabilizzazione.

L’autorizzazione prevedeva che il sito venisse completato nei cinque anni successivi. Termini che scadranno il 23 dicembre prossimo e che non potranno essere rispettati. “Alla data del 5 agosto 2024 sono state effettuate le seguenti lavorazioni: incantieramento con predisposizione dei baraccamenti di cantiere per gli operai e per la direzione lavori; realizzazione del collegamento tra area di cantiere e strada provinciale; movimentazione terra per la realizzazione della fondazione del rilevato di valle della discarica; movimentazione e tracciamento delle opere per la realizzazione dell’area per il Tmb”, si legge nella relazione che accompagna la richiesta di proroga.

I motivi dei rallentamenti

Ripercorrendo le vicende degli ultimi anni che hanno contribuito a rallentare l’iter di realizzazione, la Tmb Caltanissetta ricorda il ricorso al Tar presentato nel 2020 dal comitato “No Discarica di Serradifalco” e poi dichiarato inammissibile per difetto di legittimazione a febbraio scorso, ma anche i tempi attesi per ottenere la verifica di ottemperanza, arrivata l’anno passato, delle prescrizioni imposte dalla Cts nella fase ante-operam.

“Solo in data 17 febbraio 2023 con decreto assessoriale è stato attestato l’esito positivo”, ha sottolineato la società.

Venendo alle attività compiute quest’anno, ad aprile si sono concluse le attività di sondaggio e campionamento ambientale riguardo al piano di riutilizzo delle terre e delle rocce da scavo, mentre il mese successivo la ditta ha annunciato l’avvio dei lavori.

Il nuovo piano rifiuti

Nell’istanza presentata, la Tmb Caltanissetta ricorda che il progetto, valutato prima della definizione del piano dei rifiuti voluto dal governo Schifani che proprio in queste settimane dovrebbe entrare in vigore, continua a essere ricompreso anche nella nuova pianificazione regionale.

A riguardo va detto che la progettazione della discarica e del Tmb di Serradifalco è finita all’interno delle osservazioni che il Comune di Gela ha presentato alla Regione nell’ambito degli ultimi passaggi previsti dalla normativa per l’approvazione del piano. Il riferimento nasce dalla volontà di sottolineare come la provincia di Caltanissetta nel prossimo futuro rischierà di subire una pressione ambientale, collegata alla presenza di più impianti per la gestione dei rifiuti, che difficilmente sarà alleggerita dai due termovalorizzatori promessi da Schifani.

“Secondo le stime temporali, la messa in esercizio dovrebbe ottimisticamente avvenire nel 2028, ma considerati i tempi per l’espletamento delle procedure amministrative, le analisi sul territorio, la costruzione e il collaudo – si legge nel documento presentato dal Comune di Gela e visionato dal Quotidiano di Sicilia – è verosimile ipotizzare uno slittamento di almeno due anni“.

“Tale ultima considerazione pone il tema principale della riflessione sull’impatto che questo aggiornamento potrebbe avere sui territori che già ospitano discariche in funzione. Guardando all’intero territorio della provincia di Caltanissetta, alla capacità della discarica di Gela deve aggiungersi quella prevista per l’impianto di Serradifalco che evidentemente aumenta la pressione ambientale ai danni dell’intero comprensorio nisseno andando a caricare eccessivamente – conclude la relazione – un territorio già ampiamente sacrificato”.

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